MORBIO INFERIORE – A pochi mesi dalla prossima vendemmia, l'Interprofessione della Vite e del Vino Ticino, organizzazione mantello del settore vitivinicolo cantonale, si è riunita lo scorso 10 luglio per definire i prezzi delle uve per il raccolto 2018.
La discussione è stata caratterizzata dalla non facile stima del raccolto atteso per quest'anno: l'inizio di stagione è stato infatti segnato da abbondanti piogge, che hanno in parte compromesso il raccolto; si tratta tuttavia di casi a macchia di leopardo, che hanno colpito in maniera più marcata le differenti regioni cantonali: da qui la difficoltà di prevedere quanta uva verrà vendemmiata.
Per questi motivi, l'Interprofessione ha deciso che, per la vendemmia 2018, verrà mantenuta la scala prezzi degli ultimi anni introducendo come novità un bonus/malus in rapporto alla media della produzione decennale. Durante l’incontro, gli addetti ai lavori hanno dato uno sguardo all'andamento del mercato vitivinicolo ticinese che, pur mantenendo nel complesso un panorama sereno, vede qualche nuvola affacciarsi all'orizzonte.
La qualità proposta e i numerosi riconoscimenti, anche internazionali, che da anni i produttori ricevono, fanno sì che tra i vini svizzeri rossi il nostro Merlot resti il vino leader. Inoltre, l'aver creato negli anni Ottanta il Bianco di Merlot, si è dimostrato un successo commerciale che dura ormai da una trentina d'anni.
D'altro canto, la diminuzione del consumo pro capite, la concorrenza da parte dei vini esteri e le incessanti promozioni sui vini che disaffezionano il consumatore dalle denominazioni più classiche, stanno avendo un impatto rilevante sul mercato. A soffrire oggi è in particolare quel Merlot che per anni è stata la locomotiva della nostra viticoltura e che si posiziona in una fascia di prezzo media, che lo penalizza nei confronti di altri operatori.
Alla luce della situazione, l'intera filiera è consapevole che bisognerà trovare delle soluzioni che permettano al mercato di crescere. Soluzioni che dovranno essere frutto di una riflessione strategica e coordinata, evitando interventi dettati da reazioni "emotive", poco costruttive per un territorio come il nostro, caratterizzato da una notevole eterogeneità dei vigneti.
La presenza alla riunione di Mirto Ferretti, presidente della commissione per i prodotti fitosanitari, è stata anche l'occasione per un aggiornamento sul lavoro che quest'ultima sta portando avanti da tempo. Il monitoraggio sui residui fitosanitari nei vini, che per anni l’Inteprofessione ha eseguito in collaborazione con il Laboratorio Cantonale, ha sempre dato risultati ampiamente conformi alla legislazione.
L'incertezza del futuro della stazione di ricerca Agroscope, ha fatto sì che quest’anno una quindicina di viticoltori siano stati coinvolti per delle prove pratiche sui vigneti con piani di trattamento mirati, con l'obiettivo di ottenere vini con sempre meno residui. Al progetto partecipano produttori che da anni praticano trattamenti con questo tipo di prodotti di facile reperibilità sul mercato, produttori certificati dal marchio Vinatura, nonché produttori di uve biologiche.
red.