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Coronavirus
02.05.20 - 17:240

L'annus horribilis dei viticoltori spiegato da Andrea Conconi: "Coronavirus, ma non solo: ecco dove stanno le difficoltà. E sulle giacenze..."

Il direttore dell'Interprofessione della vite e del vino ticinese: "Per i prezzi delle uve della vendemmia 2020 non si è ancora potuto trovare un accordo"

MORBIO – Anche il settore vitivinicolo ticinese è stato duramente colpito dall’emergenza coronavirus. O meglio, la pandemia ha accentuato ancora di più le difficoltà di un settore che ora “attende con forte preoccupazione la vendemmia 2020”, come ha evidenziato l’Interprofessione della vite e del vino ticinese (IVVT) in un comunicato stampa (vedi articoli suggeriti).

Un gruppo di lavoro composto dalla Federviti, Cantina Sociale Mendrisio e i viticoltori vinificatori e Negozianti di vino (ATNVV) ha trovato un accordo per una riduzione della resa della vite al metro quadrato. Decisione “impopolare, ma necessaria”. Ma questa è solo una delle tante decisioni emerse dai tanti video-incontri del gruppo di lavoro. Un settore in difficoltà, dicevamo. Sì, perché gli spazi a disposizione delle cantine per lo stoccaggio delle bottiglie sono ormai esauriti a causa degli anni di vendite inferiori alla produzione. Cantine e aziende, dunque, non possono accogliere la totalità del nuovo raccolto.

"Questa situazione – spiega a Liberatv il direttore della Interprofessione della vite e del vino ticinese (IVVT) Andrea Conconi – è paradossale se pensiamo che la vendita dei vini ticinesi (dati dell’Ufficio Federale dell’Agricoltura) dimostra che i vini ticinesi sono sempre molto apprezzati le vendite di vino bianco sono aumentate quasi del 9% mentre quelle del vino rosso sono stabili". La vendemmia 2020, quindi, si avvicina trascinando con sé un grande punto interrogativo per gli esperti del settore. È proprio Conconi a fare il punto della situazione e spiegarci le sfide di un futuro ricco di insidie. 

“Mi preme – dice – sottolineare che il coronavirus accentua solo quelle che sono da anni le problematiche del settore. Il consumo di vino procapite diminuisce. È vero che abbiamo giacenze in eccesso quest’anno ma ricordo che per produrre un buon vino rosso si necessita di un affinamento prima di metterlo sul mercato. Uno stock di 24 mesi è più che giustificato. Gli ultimi cinque anni sono stati contraddistinti da importanti cambiamenti climatici e questo ha sicuramente influenzato i quantitativi vendemmiati più di quanto noi riusciamo ad influenzare il consumo".

“È chiaro – prosegue – che la situazione di bar, grotti e ristoranti chiusi influenza il nostro settore a questo aggiungiamo anche il divieto di organizzare grandi eventi che hanno sempre portato nel nostro cantone un turismo fedele ai nosti vini. Ora si riapre, ma anche qui, regna l’incertezza. Come si comporterà la popolazione alla riapertura? Domanda, al momento, priva di risposta. Noi, come tutto il turismo e la ristorazione, abbiamo letteralmente perso il periodo pasquale e i prossimi mesi hanno poco di sicuro. L’unico nostro canale per vendere i vini ticinesi rimane la Grande Distribuzione, ma sappiamo tutti che lì sono i vini esteri a farla da padrone”.

Ma come stanno reagendo aziende e cantine alla crisi Coronavirus? “Alcune hanno fatto la richiesta per la fideiussione alla Confederazione per pagare la vendemmia 2019. Vendemmia che – lo ricordo – è stata superiore del 15% alla media decennale. Le cantine, è inutile nasconderlo, avranno problemi di spazio per vinificare e di liquidità. Le piccole realtà, invece, stanno cercando depositi per immagazzinare il vino, ma questi devono soddisfare certe caratteristiche e comportano costi da non sottovalutare...”.

E ancora: “Come Interprofessione, abbiamo inoltrato delle richieste di sostegno, ma che riguardano principalmente il sostegno al rilancio delle attività promozionali. Se stimiamo un raccolto 2020 di circa 30’000 q, anche l’autofinanziamento  per la promozione segue la stessa tendenza, visto che la tassa di solidarietà pagata dai produttori e cantine è calcolata in base al raccolto. Per questo motivo, abbiamo inoltrato delle richieste al Cantone per un contributo desinato alla promozione atto a rilanciare i nostri prodotti alla ripartenza".

I produttori non potranno nemmeno contare sulle vendite di Cantine Aperte, annullate causa coronavirus. Ticinowine ha lanciato una piattaforma per acquistare il vino locale comodamente dal divano di casa. www.ticinowin.ch “I ticinesi, va detto, stanno sostenendo i propri prodotti in questo periodo difficile. Per la promozione online c’è buona affluenza. Di questo possiamo dirci soddisfatti. Speriamo che duri...".

Per i prezzi delle uve della vendemmia 2020 “non si è potuto trovare ancora un accordo perché l’evoluzione del mercato dei prossimi mesi rimane sconosciuta. Stimiamo una perdita di vendite, a livello nazionale, di circa 1.5 milioni di bottiglie. Inoltre ricordiamo la correlazione del nostro vino con il turismo, il cui andamento influisce annualmente sulle sulle vendite.”

"Vorrei concludere – afferma Conconi –  augurando a tutti i settori che come il nostro stanno soffrendo in questo periodo, di ritornare al più presto ad una lenta normalità".

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