di Fiorenzo Dadò*
(Editoriale pubblicato sull’ultimo numero di Popolo e Libertà)
Tra qualche giorno saremo chiamati ad eleggere i nostri due rappresentanti al Consiglio degli Stati, il gremio politico più importante e autorevole dopo il Consiglio Federale. Questa Camera è composta da soli 46 deputati, secondo un principio di equità, due per ogni cantone.
Il Ticino, contrariamente al Consiglio nazionale che può contare solo 8 deputati su 200, agli Stati ha la stessa forza contrattuale di cantoni molto più popolosi e influenti del nostro, come Zurigo, Berna o Vaud. Come si è visto in passato, è soprattutto tra quelle mura che noi ticinesi possiamo giocarci la partita nelle questioni più importanti per la nostra gente.
L’elezione di due rappresentanti ticinesi autorevoli e capaci, con un buon bagaglio di esperienza maturata sul campo e che hanno dimostrato di saper ottenere il consenso, è un’occasione d’oro, assolutamente da non perdere.
Il costruttore di ponti
Fabio Regazzi, nei suoi 16 anni trascorsi in Gran Consiglio e 12 in Consiglio nazionale, ha maturato una solida esperienza e una capacità di costruire il consenso attraverso la collaborazione e l’ascolto, anche e soprattutto di chi ha opinioni e sensibilità diverse. Gli esempi si sprecano, pensiamo anche solo al suo convinto sostegno al rincaro integrale sulla rendita AVS per i nostri anziani, bocciato senza ritegno da altri politici ticinesi. Non è un caso se nella classifica stilata da CH Media, su 200 deputati presenti in Consiglio nazionale, Fabio rientra tra i 10 costruttori di ponti di maggior successo. Al di là del legittimo compiacimento personale per la bella menzione, questo è proprio quello di cui oggi ha bisogno il Ticino per risolvere i gravi e difficili problemi che affliggono la popolazione.
La protezione dei nostri bambini, una priorità!
In questi 12 anni Fabio si è impegnato seriamente su più fronti, dall’economia sino alla socialità (pensiamo al sostegno alle piccole medie aziende ticinesi, ai contadini, agli anziani o alle giovani famiglie con il congedo paternità). La sua azione a Berna è stata in più occasioni incisiva e determinante. Ultima in ordine cronologico, la vittoria ottenuta sulla sua proposta di allentare le norme burocratiche eccessivamente restrittive per la riattazione e salvaguardia dei rustici: il patrimonio rurale e identitario lasciatoci in eredità dai nostri nonni, che oggi rischia di andare in rovina.
Fabio è da sempre molto attivo anche nella lotta alla pedofilia e nella tutela dell’integrità dei nostri bambini. Innumerevoli sono i suoi interventi in questo campo a Palazzo federale. Ho potuto constatare di persona la sua capacità di convincere i colleghi e ottenere il consenso quando si è trattato di sostenere la mozione della consigliera nazionale friburghese Christine Bulliard-Marbach, la quale chiedeva che anche in Svizzera venisse vietato l’utilizzo della violenza fisica e dei maltrattamenti nell’educazione dell’infanzia. Una straordinaria vittoria di civiltà a favore dei nostri bambini, ottenuta dopo un impegnativo lavoro di squadra e di convincimento. Questo è stato possibile grazie all’autorevolezza che a Fabio è riconosciuta a Berna.
Viste le sue sensibilità che pongono un occhio attento alle questioni sociali e identitarie, ma allo stesso tempo la sua concretezza a favore dell’economia, direi che abbiamo tutti dei motivi per desiderare di vederlo in Consiglio degli Stati e votarlo quindi senza indugio il 19 novembre.
* presidente cantonale il Centro