LUGANO - La polemica è servita. Inevitabile, dopo le parole pronunciate ieri da Ignazio Cassis durante un evento elettorale del PLR ticinese a Sant’Antonino. Il Consigliere Federale ha arringato i presenti con un vero e proprio comizio, spogliandosi dei panni di ministro, e indossando quelli del leader partitico. Quindici minuti d’intervento in cui Cassis con toni, contenuti e linguaggio colorito da comiziante, ha spronato con forza i liberali radicali, oltre ad attaccare direttamente PS e UDC, oltre che la stampa (clicca qui).
Parole dure che provocano reazioni altrettanto forti. A cominciare da chi è stato direttamente toccato dalle esternazioni del ministro degli esteri. “Le parole del Consigliere federale ticinese durante il comizio di Sant’Antonino riportate da LiberaTV fanno rabbrividire”, ha scritto su Facebook il presidente dell’UDC Marco Chiesa.
Poi, ai nostri microfoni aggiunge, “passi il fatto che siamo oramai in campagna elettorale, ma le parole del Consigliere federale ticinese pesano come un macigno sulla politica cantonale e federale”. In particolare Chiesa cita due passaggi del comizio: “In questo contesto c’è l’elezione ed è in questo contesto che dobbiamo lottare. Ma per che cosa? Per il Ticino? No, prima di tutto per i liberali, non per il Ticino”; “Dimentichiamo di farla noi la Svizzera, la stanno facendo l’Europa e il Mondo”.
Quindi, l’affondo: "Il ministro degli esteri sarà pur caduto in trance agonistica, ma sia come ticinese che come cittadino svizzero non posso accettare un ministro degli esteri arrendevole e pronto a dimenticare che la Svizzera è fatta dal volere degli svizzeri. Questa è l’essenza della nostra democrazia diretta, ciò che rende il nostro Paese libero, indipendente e autodeterminato”.
“Di fronte a certe affermazioni - termina Chiesa - vi è poco da aggiungere sul Consigliere federale del nostro Cantone. Sono veramente dispiaciuto nel leggere che per Cassis si debba anteporre il partito al Cantone. E lo dico da presidente di partito. Grazie alla ‘ticinesità’ è stato eletto in Consiglio federale, ora però lottare anche per il nostro Cantone non è evidentemente la sua priorità. Ad ognuno le sue”.