LUGANO – “No a un’eccezione turistica a Lugano per il divieto del burqa”. Il promotore dell’iniziativa contro la dissimulazione del volto, Giorgio Ghiringhelli, e il ministro delle Istituzioni, Norman Gobbi, sono chiari. La richiesta formulata dal sindaco Marco Borradori e condivisa dal municipale responsabile del Turismo, Lorenzo Quadri, non può essere accolta. E Ghirighelli minaccia anche un ricorso al Tribunale federale.
“Io mi limito a ricordare – dice a LaRegione - che a Lugano il no al burqa ha raccolto il 66,5 per cento dei voti. Capisco che dopo il crollo del gettito delle banche si voglia ora scongiurare pure il calo delle presenze in città di ricche turiste arabe dei Paesi del Golfo, auspicando per loro un’eccezione al divieto, ma non tener conto di una chiara volontà popolare, contraria a certi simboli dell’Islam oscurantista, è politicamente poco comprensibile”.
Ghiringhelli è contrariato per il fatto che la richiesta di deroga sia sostenuta anche da Quadri, che fa parte del comitato che ha promosso l’iniziativa anti-burqa.
Da parte sua, sempre su LaRegione, il consigliere di Stato Gobbi afferma: “Mi sembra difficile avallare una norma che si applica ai residenti e non ai turisti. Una regola è una regola”.
La proposta, peraltro sollevata da Lugano nell’ambito della consultazione sulla revisione della Legge sull’ordine pubblico, viene giudicata dal ministro insostenibile:”Se dopo aver creato la regola inserisci troppe eccezioni, la regola non esiste più”.
red