Coronavirus in Ticino, Merlani: "Non vorrei fosse una ripartenza dei contagi"

BELLINZONA – Le autorità cantonali si sono riunite oggi a Palazzo delle Orsoline per aggiornare la popolazione circa l'emergenza coronavirus in Ticino. All'incontro informativo hanno preso parte il Medico Cantonale Giorgio Merlani, il Capo dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta Matteo Cocchi e il Delegato cantonale per le relazioni esterne Francesco Quattrini.

La conferenza in diretta:

Parola a Cocchi

Cocchi: "Sono passati quasi tre mesi dall'inizio dell'emergenza. Durante questo periodo, ognuno ha fatto la sua parte. Il nostro obiettivo è stato, e rimane, quello di supportare la popolazione. Il ritmo verso la normalità non significa che l'importante dispositivo messo in atto verrà smontato, anzi... La Polizia ha effettuato diversi controlli sul territorio. Lunedì si sono contati 100 controlli negli esercizi pubblici. I risultati di questi verranno resi noti settimana prossima. La maggior parte del lavoro si è concentrata sulla sensibilizzazione. Il dialogo con gli esercenti è stato positivo e costruttivo. La parola d'ordine rimane 'dialogo'. Solo in casi estremi si procederà a delle sanzioni. Il ponte dell'Ascensione è un crocevia importante, ma saremo pronti ad affrontarlo con una campagna di sensibilizzazione e controlli mirati. In questo momento ci troviamo in una fase delicata. Dobbiamo tenere alta la guardia. In queste settimane abbiamo dimostrato di essere una comunità forte e compatta. L'emergenza rimane. I dati recenti sono incoraggianti, ma non possiamo rilassarci".

Le relazioni esterne e il caos di inizio marzo

Quattrini: "L'epicentro della crisi è stata la Regione Lombardia per molto tempo. Il Ticino è stato attore della politica esterna per mantenere relazioni continue e fluide con Lombardia, Piemonte, ma anche nelle Province e i Comuni di frontiera. A inizio marzo c'è stato un momento di particolare tensione. Sabato 7 marzo è circolata una bozza di Decreto che prevedeva la chiusura totale delle frontiere con la Lombardia. Il Ticino è intervento per evitare danni al settore sanitario. Non tutte le normative sono state di facile comprensione, bisogna dirlo. Il lavoro del Cantone è stato quello anche di interpretazione delle ordinanze. Adesso ci troviamo in una terza fase: sia in Ticino che in Italia, però con ritmi differenti. Ed ecco che è nata la problematica dei valichi di frontiera. La competenza dei valichi è della Confederazione, non del Cantone. Il Ticino non ha avuto interesse a creare code ai valichi, anzi... si è adoperato affinché gli operatori del sistema sanitario potessero entrare in Svizzera senza problemi. 11 valichi su 16 sono aperti. E per quanto ci concerne, la situazione ai valichi è fluida e non si segnalano criticità. I ricongiungimenti familiari è una problematica della Confederazione. A nord ci sono novità, ma nessuna con l'Italia. Nelle prime settimane di crisi vi è stata carenza per quanto riguarda le mascherine. Il Cantone ha preso contatto per facilitare il transito e l'esportazione del materiale sanitario. Vorrei ringraziare le Ambasciate che hanno facilitato le operazioni".

"Il virus c'è e dobbiamo esserne consapevoli"

Merlani: "Ad oggi abbiamo 7 casi in più di ieri. I pazienti ricoverati sono 56, 7 in terapia intensiva. I decessi sono 341 con zero nuovi casi. I numeri possono crescere: non voglio allarmare nessuno, ma non vorrei che fosse la ripresa dei contagi. Il virus c'è e dobbiamo esserne consapevoli. Il contact tracing è cominciato il 4 maggio. I numeri non sono grandi: ma possiamo dire che la maggior parte dei casi sono nell'ambito sanitario. Non sembrano esserci focolai particolari".

(seguono aggiornamenti...)