di Claudio Isabella e Alessandro Corti *
In Ticino la bassa natalità (2'435 nel 2022, erano 3'020 nel 2000), combinata con un l’indice congiunturale di fecondità decisamente troppo basso (1.24, l’ideale sarebbe 2.1) e con la fuga dei giovani oltre Gottardo, causano un saldo naturale negativo e un crescente squilibrio tra generazioni. La popolazione del nostro Cantone invecchia e non si rinnova (167 anziani ogni 100 giovani, la CH ne ha 122) trovandosi, di fatto, in una situazione di cosiddetto inverno demografico.
Ma non siamo un Cantone di anziani semplicemente siamo un Cantone con troppi pochi giovani.
Il protrarsi di questo andamento porta gravi conseguenze per la nostra società, questo perché il suo funzionamento si basa sul principio della solidarietà intergenerazionale (primo e secondo pilastro, sistema sanitario e premi di cassa malati, carenza di manodopera).
Con queste iniziative chiediamo di intervenire sulle condizioni che frenano la natalità in Ticino. Con gli atti parlamentari presentati chiediamo una serie di provvedimenti concreti e mirati per invertire la drammatica situazione della natalità nel nostro Cantone, convinti che vada a beneficio della collettività.
Perciò abbiamo pensato agli ambiti di azione su cui intervenire, in particolare:
1) Siccome «avere figli non deve essere considerato un peso ma un valore aggiunto» chiediamo un cambio culturale. attraverso:
- la definizione di un dipartimento responsabile per lo sviluppo demografico
- la valutazione di ogni azione politica “in favore”, “neutro” o “in sfavore” dello sviluppo demografico
- la promozione del valore della famiglia attraverso il dialogo con le generazioni più giovani.
2) «il fattore economico NON deve essere un motivo per cui una coppia «non fa figli». Chiediamo quindi un sostegno finanziario per le famiglie:
- con un aumento di 100 franchi degli assegni famigliari (oggi tra i più bassi in Svizzera)
- con la progressione degli assegni famigliari (+50 franchi) per ogni ulteriore figlio
- la concessione dell’assegno parentale a tutto il ceto medio
3) «I genitori non devono mai essere costretti a scegliere tra la famiglia e la carriera professionale» ed quindi necessaria una buona conciliabilità tra lavoro e famiglia. Proponiamo pertanto che:
- le aziende pubbliche o para-pubbliche siano d’esempio per promuovere la conciliabilità lavoro e famiglia, offrendo impieghi con percentuali ridotte laddove possibile, strutture di accoglienza per neonati e bambini - la lista d’attesa per l’asilo nido non può essere come quello per lo stadio -. I figli e le famiglie non possono aspettare.
- si incentivi le aziende virtuose dal profilo del welfare
- asili nido e centri extrascolastici gratuiti per tutto il ceto medio
4) Ai giovani e l’alloggio, perché «un giovane che acquista la sua abitazione primaria si inserisce e contribuisce in modo significativo allo sviluppo del territorio e della società». Vorremmo quindi che:
- fossero promosse delle strutture a “misura di famiglia”
- venga concesso uno sconto della tassa del registro fondiario dall’11‰ al 1‰ e una riduzione della tassa dell’emissione delle cartelle ipotecarie dal 7‰ al 1‰ per i giovani fino a 40 anni
- nel mandato della Banca dello Stato venga inserito un obiettivo di sviluppo demografico e di insediamento per i giovani sul territorio, da conseguire attraverso strategie commerciali mirate.
In un momento di difficoltà per le finanze della Repubblica del Cantone Ticino, chiedere ulteriori investimenti può sembrare fuori luogo. Tuttavia, riteniamo che la natalità nel nostro Cantone necessiti di una spinta sostanziale in tempi brevi. In alcuni Stati europei con situazioni demografiche analoghe al Ticino sono state varate misure massicce in favore delle famiglie, che hanno permesso di ottenere risultati importanti e di invertire la tendenza negativa. La vicina Italia ha deciso di investire centinaia di milioni. Attendere il risanamento finanziario per intervenire rischierebbe di veder precipitare la situazione demografica a un punto di non ritorno. È quindi necessario investire oggi affinché vi sia un domani.
La bassa natalità, lo ricordiamo, ha conseguenze pesanti sul presente e sul futuro dell’economia e dell’intera società. Sappiamo che il poker di proposte avrebbero un impatto importante sulle finanze cantonali ma siamo fiduciosi che con una seria analisi della spesa si arriverà a capire le reali priorità del nostro Cantone, cosa è davvero necessario e a cosa invece è possibile rinunciare almeno a corto termine. Per il nostro Partito, il vero investimento è quello che fa fare un salto di qualità e permette un cambio di vita. Come per le aziende, anche il Cantone deve investire nel capitale umano per poter avere un futuro. Abbiamo appena votato un credito di 195 milioni per le strade: le nostre iniziative hanno l’obiettivo di permettere che in un futuro ci sia qualcuno che le utilizzerà.
Siamo convinti del valore delle nostre proposte, ora ci adopereremo in modo da evitare che rimangano nei cassetti delle commissioni troppo a lungo. L’ideale sarebbe che venissero trattate da un unico Dipartimento, ma non spetta a noi dare indicazioni su chi debba essere. Sarà il Governo, ed è giusto così, a definire il consigliere di Stato che se ne dovrà incaricare, ma importante che vi sia una persona che abbia la responsabilità di questo importante e spesso sottovalutato tema.
* deputati in Gran Consiglio Il Centro