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Politica e Potere
26.01.17 - 09:320
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:41

Dadò dopo la 'cacciata' di Polanski da Parigi: "Il tempo è galantuomo. Durante la mia battaglia a Locarno venni additato come un appestato. Ed è triste pensare che dei Consiglieri di Stato e personalità che avrebbero dovuto stare dalla parte delle vittime

Il presidente del PPD, due anni fa, era stato in prima linea, e quasi in solitaria, a battersi contro la presenza del regista al Festival del Film di Locarno. Alla fine la sua protesta portò Polanski a rinunciare a presentarsi al Pardo

BELLINZONA - "È una vittoria per le vittime dei pedofili e degli stupratori. Meglio tardi che mai!". Sono le prime parole, dette tutte di un fiato, con cui Fiorenzo Dadò commenta la "cacciata" popolare di Roman Polanski dalla serata di premiazione dei Cesar (leggi articolo correlato).

Il presidente del PPD, due anni fa, era stato in prima linea, e quasi in solitaria, a battersi contro la presenza del regista al Festival del Film di Locarno. Alla fine la sua protesta portò Polanski a rinunciare a presentarsi al Pardo. La polemica fu durissima e contrassegnò quell'edizione della kermesse. Chi non la pensava come l'esponente pipidino - ed erano in molti e alcuni anche con ruoli importanti - parlò di un Ticino provinciale, chiuso, bigotto, che aveva fatto una pessima figura internazionale.

"Il tempo - afferma oggi Dadò - è galantuomo. Finalmente anche in Francia si è deciso di fare un po' di giustizia dopo che per anni hanno protetto stupratori e terroristi. Comunque non ho dimenticato il clima di due anni fa. Un clima da caccia alle streghe contro chi osava dire qualcosa contro quell'invito vergognoso. Venni additato come un appestato. Ancora una volta in molti si schierarono dalla parte dei potenti, anziché delle vittime. Ricordo però anche che tutto il gruppo PPD in Gran Consiglio disertò per protesta l'aperitivo ufficiale organizzato dal Festival per i Parlamentari. Così come ricordo bene gli attestati di solidarietà che mi arrivarono a centinaia".

"C'è ora da sperare - conclude da Dadò - che quanto successo a Locarno con gli inviti a Polanski e al terrorista Senzani, non capiti mai più. Perché ci sono critiche che sono discutibili e che dipendono dai diversi punti di vista, ma ci sono dei fatti che sono incontestabili e sui quali non si può fare finta di niente. Ed è triste pensare che ci sono stati dei Consiglieri di Stato e altre personalità che avrebbero dovuto stare dalla parte delle vittime, e che invece cercarono di mettere il bavaglio a chi coraggiosamente denunciava".

AELLE
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