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Politica e Potere
25.12.16 - 11:260
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:41

Il vescovo Lazzeri: "Dio non ha seguito i nostri criteri di efficacia comunicativa. Non ha parlato alla pancia della gente. Non ha messo in atto nessun espediente per suggestionarla o manipolarla, facendo leva sui suoi bisogni o sulle sue paure"

Il Vescovo di Lugano firma un coraggioso editoriale per il GdP sul Natale con passaggi molto politici e critici sulla società attuale: "Gesù non si è fatto largo con frastornanti campagne mediatiche. Non ha distribuito ambigui incentivi. Guardandoci attorno non si direbbe che in molti lo abbiano capito. Probabilmente, qualcuno avrebbe preferito un'azione più studiata da parte Sua. Non esistono forse modalità sicure per ottenere consensi più ampi fra la gente, un'audience meno discontinua, risultati più con

di Valerio Lazzeri*

Nel mondo che ci è diventato familiare, sembra esistere solo ciò che riesce a posizionarsi al centro della nostra attenzione. Istintivamente, il fatto più importante per noi è quello appena capitato. Ci arriva attraverso le cosiddette breaking news, le uniche a darci la sensazione di essere socialmente vivi e partecipi del reale. Ciò che rimane nell'ombra, o vi è appena stato ricacciato dall'avvenimento più recente, ci appare invece meno decisivo di quello che da poco ci è stato posto sotto gli occhi. Non siamo davvero portati a pensare che qualcosa di significativo possa spuntare dai margini della cronaca.
 
Anche per questo, forse, la novità irriducibile della nascita di Gesù Cristo non entra così facilmente nei nostri cuori. Essa ci viene ogni volta incontro come di lato rispetto al corso tumultuoso delle vicende umane. In ogni caso, il contesto storico in cui si è manifestata continua a mettere felicemente in discussione i nostri abituali punti di riferimento. Non assomiglia per niente a quei punti che siamo soliti considerare, quando vogliamo essere aggiornati su ciò che capita nel mondo. Gesù nasce lontano dalle stanze del potere. Non provoca riunioni di capi di stato. Non incide dall'esterno su nessuno dei grandi fenomeni che inquietano l'umanità. Il Figlio di Dio viene alla luce in disparte. Dopo la Sua nascita dalla Vergine, è stato posato altrove rispetto allo spazio principale della casa.
 
Le condizioni erano tali che il luogo più adatto fosse "una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (Lc 2,7). Lasciamo da parte le pie immaginazioni. È probabile che non dobbiamo pensare a una coppia di giovani sposi improvvidi, obbligati a trovare all'ultimo momento un tetto di fortuna sotto cui fare nascere il figlio primogenito. Accettiamo la più prosaica versione di una normale dimora, fatta di un unico locale, con una parte più interna scavata nella roccia. Rimane un fatto evidente: la storia della salvezza è arrivata al suo culmine nel vano retrostante di una modestissima casa.
 
Qualche segnale che sarebbe andata così, a dire il vero, c'era stato. La profezia su Betlemme da non considerare come "l'ultima delle città principali di Giuda"(Mic 5,1), nonostante la sua piccolezza, poteva già far pensare in questo senso. Molte volte il Signore, già nell'antico patto, aveva mostrato la sua preferenza per interventi senza sfarzo. La scena del Natale di Gesù però va ancora oltre. L'evento di Betlemme, infatti, non lascia davvero più alcuno spazio a possibili fraintendimenti. L'Essenziale capita dove solo l'irrilevante poteva essere immaginato.
 
Viene in mente l'opera di J.P. Meier, diventata un classico della ricerca storica su Gesù di Nazaret. Essa è intitolata significativamente "un ebreo marginale". Proprio così! Quando ci ha mandato il suo Figlio, "nato da donna, nato sotto la Legge", Dio non ha davvero seguito i nostri criteri di efficacia comunicativa. Non si è preoccupato di parlare, come usa oggi, "alla pancia della gente". Non ha messo in atto nessun espediente per suggestionarla o manipolarla, facendo leva sui suoi bisogni o sulle sue paure. Ha scelto la via comune a ogni essere umano per venire al mondo. Il Verbo uscito dal grembo eterno del Suo silenzio, a partire dal grembo silenzioso della Vergine ha cominciato a dirsi nel mondo corporalmente. Non si è fatto largo con frastornanti campagne mediatiche. Non ha distribuito ambigui incentivi. La libertà delle creature che lo hanno accolto è stata esaltata al massimo grado.
 
Guardandoci attorno non si direbbe che in molti lo abbiano capito. Qualcuno sembrerebbe anzi a volte ritenere eccessivo tutto questo riguardo. Probabilmente, avrebbe preferito un'azione più studiata da parte Sua. Non esistono forse modalità sicure per ottenere consensi più ampi fra la gente, un'audience meno discontinua, risultati più consistenti e misurabili sul modo di pensare della maggioranza? Lo stile divino rivelato da Gesù è però un altro fin dalla Sua entrata sul palcoscenico del mondo. È avvenuta così, nella più totale semplicità, davanti a testimoni con poco prestigio nella società. Ed è proprio tutta questa normalità senza clamore la fonte del vero incanto del Natale.
 
Facciamo allora di tutto per lasciare alla grande festa l'eloquenza della sua totale marginalità. Neanche un filo di retorica è necessario per dare più forza e più rilievo al nudo racconto dei fatti. Lì tacciono le trombe dell'arroganza e del potere. Lì risuona senza inganno solo l'inconfondibile musica dell'umiltà divina. E improvvisamente il nostro cuore, stanco di artifici promozionali e di trappole emotive, si risveglierà e scoppierà di gioia: è Natale! È la festa del Creatore, amante appassionato delle Sue creature. Così Signore di tutto da non aver bisogno di sedurre nessuno. Egli ci avvince e ci libera perché la Sua Parola è carne. È concretezza e singolarità umana senza aggettivi. È un Volto e un Nome da invocare e da portare nel cuore, Presenza indefettibile, capace di essere fino in fondo con noi e farci attraversare la morte. Chiunque ha già in dotazione il dispositivo per intercettarne la grazia e lasciarsi da Lui incontrare. Grazie a Lui, ciò che ci fa vivere veramente non si vende né si compra. Lo si riceve in ogni istante. È il nostro essere nati da donna, esattamente come ha voluto nascere Lui. Così ogni contatto umano è occasione per farne memoria, soprattutto quello con il più povero e scartato dalla società, con il più triste e il più umiliato dalla vita, con l'escluso che non riesce a essere accolto. È da tutto ciò che è stato messo ai margini, che ancora oggi lo stupore del Natale non cessa d venirci incontro! 

*Vescovo di Lugano - Articolo pubblicato sul Giornale del Popolo
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