MELIDE - Il titolo è tutto un programma. In questo caso un programma televisivo. “Il gioco della Foca” è infatti il titolo della trasmissione che prende avvio oggi su TeleTicino e che accompagnerà i telespettatori fino a ridosso della scadenza elettorale del 2 aprile, andando in onda ogni giorno feriale alle 17.30 (per vedere la prima puntata clicca qui).
La foca è proprio quella lì, quella della piazza di Bellinzona che ospita nel Palazzo delle Orsoline le sedi di Consiglio di Stato e Gran Consiglio. Ed il gioco è ispirato proprio alla politica cantonale e i protagonisti saranno i partiti e i candidati alle elezioni.
A misurarsi con domande di cultura generale e prove di abilità (oratoria, traduzione dall’italiano al dialetto, recitazione e disegno) saranno nove squadre-partito: PLR, Lega, Centro, PS, Verdi, UDC, Più Donne, Avanti con Ticino e lavoro e Verdi Liberali. Ogni squadra, composta da quattro concorrenti, sarà protagonista di una puntata e dovrà cercare di raggiungere il massimo punteggio possibile. Le prime tre classificate si sfideranno nella finalissima, in agenda il 29 marzo in prima serata alle 21.00.
Alla conduzione della trasmissione ci sarà Caroline Roth, caporedattrice della redazione di Ticinonews e uno dei volti più noti e apprezzati dell’emittente di Melide. L’abbiamo intervistata tra una registrazione e l’altra delle puntata che vedrete in onda da questo pomeriggio.
Caroline, TeleTicino ha sempre avuto una vocazione all’infotaiment. Certo che però un quiz con protagonisti dei partiti e dei politici in periodo elettorale, è davvero sorprendente.
“Si tratta sicuramente di un approccio originale alle elezioni. La premessa è che TeleTicino offre ogni settimana programmi di approfondimento giornalistico, dove la politica e i suoi temi vengono scandagliati e dibattuti con competenza e serietà. Lo stesso accade quotidianamente all’interno del TG. Ma le elezioni sono anche un momento popolare, lo vediamo nelle molte feste sul territorio in cui i candidati e cittadini si incontrano e si confrontano in modo più informale e scanzonato. E allora ci siamo detti che un apostrofo di leggerezza poteva starci bene anche nel nostro palinsesto elettorale”.
Cosa deve aspettarsi il pubblico?
“Il nostro obbiettivo è quello di proporre un format divertente, auto ironico e legato al territorio, cercando sempre di mantenere uno stile elegante. Credo che la trasmissione farà trasparire lo spirito di squadra all’interno delle liste, oltre a mettere in evidenza i tratti caratteriali più umani dei vari candidati, che giocoforza non possono emergere durante i classici programmi dedicati alla politica. La nostra speranza è anche quella di riuscire a incuriosire quella parte della popolazione che sente la politica distante o che se ne disinteressa del tutto. Se attraverso questo gioco riuscissimo ad invogliare una sola persona in più ad andare a votare, avremmo fatto bingo”.
Il palinsesto di TeleTicino è costruito sull’informazione e sui talk. Il quiz è un format completamente estraneo a questa linea e molto più legato al mondo dell’intrattenimento. È stato difficile uscire dalla comfort zone e buttarsi in un’avventura del genere?
“Sì, lo è stato e questa trasmissione è effettivamente un’avventura per tutti noi. Si tratta a tutti gli effetti di una sfida nella quale ci siamo buttati con un pizzico di sana incoscienza, ma con alle spalle un lavoro di preparazione solido, svolto con professionalità e serietà. La realizzazione di questo programma è stata infatti possibile grazie alla squadra che ha lavorato per mesi dietro le quinte, capitanata dal nostro direttore Sacha Dalcol. Il gruppo di lavoro operativo che si è occupato direttamente della produzione, è composto da persone molto diverse, con caratteri forti, che hanno trovato una sintonia creativa eccezionale. Penso agli autori che hanno ideato il programma e lo hanno riempito di contenuti: Claudia Rossi, Laura Milani, Filippo Suessli e Andrea Leoni. Ma anche a tutta la parte tecnica, guidata dalla nostra regista Irina Moser”.
Anche per te questo programma è un’uscita dalla comfort zone…
“Lo è senz’altro, ma ho avuto il vantaggio di assere appassionata di giochi di società. Nella vita quotidiana sono una persona molto ludica. Riuscire a combinare in questo programma il mio mestiere con questa passione, mi ha dato grandi stimoli ma anche un po’ impaurita”.
E come hai superato quel pizzico di paura?
“In primis grazie a tutta la squadra che lavora al programma, che mi ha sostenuta e incoraggiata in ogni momento. Un altro sostegno importante me l’hanno dato i miei compagni di viaggio: i tre “giudici” della Commissione della Foca chiamati a valutare i concorrenti nelle prove di abilità. Vedere tre persone come Patty Speroni, Lulo Tognola e Andrea Leoni, mettersi a disposizione del gioco in modo scherzoso ma professionale, mi ha dato sicurezza e sono stati un riferimento importante durante le registrazioni. Un’altra persona che vorrei citare è mia figlia Tiffany, che mi ha permesso di organizzare delle prove casalinghe, mettendosi a disposizione come finta concorrente. È stata preziosissima e la voglio ringraziare”.
Qual è stata la cosa più facile e quella più difficile come conduttrice di questo programma?
“La cosa più difficile è stata trovare la giusta misura nel rapporto con i concorrenti. Normalmente sono abituata a dare del “lei” agli ospiti politici durante il telegiornale, mentre in questo caso il format richiedeva di utilizzare il “tu”. Ho dovuto quindi ricercare un equilibrio tra la confidenza e un certo distacco che desidero mantenere nel mio ruolo di giornalista. Giocare sì, ma sempre mantenendo una forma di rispetto per chi si candida a dirigere il nostro Cantone. La cosa più semplice è stata invece condurre la parte del programma dedicata alle varie prove di abilità alle quali i concorrenti si sono sottoposti. Qui è venuta fuori tutta la mia parte più ludica e spensierata: mi sono proprio divertita!”
Giocheranno nove partiti, mentre altre forze politiche hanno declinato l’invito, alcune anche criticando la trasmissione pubblicamente. Ti è dispiaciuto?
“Ho assoluto rispetto per chi ha preferito non partecipare, anche perché non è un format che rientra nelle corde di tutti. Noi abbiamo invitato tutte le liste che si presentano alla corsa al Gran Consiglio con almeno 4 candidati. Lo abbiamo fatto proprio perché volevamo dare uno spazio con pari visibilità a tutti i partiti, indipendentemente dalla loro forza elettorale. Confesso che mi è dispiaciuto leggere, da parte di alcuni, critiche così perentorie e dai toni forse un po’ eccessivi su una trasmissione non ancora andata in onda. Ma è stato un dispiacere più che altro legato al lavoro e all’impegno di tutte le persone che lavorano con passione ed entusiasmo al programma. Dopodiché facciamo televisione e dobbiamo essere sempre pronti a confrontarci con le critiche, se fatte con argomenti ed educazione”
Gioco della Foca a parte, che momento è per te professionalmente?
“Penso che nel nostro lavoro ci siano dei momenti i cui viaggi a ritmi normali e altri in cui devi andare a mille all’allora. Le elezioni cantonali sono un momento totalizzante da un punto di vista professionale. Per me il 2 di aprile è come per un appassionato di sport la finale dei Mondiali, che infatti arriva ogni quattro anni. Quando si è dentro un vortice lavorativo come quello che stiamo vivendo in queste settimane, è difficile estraniarsi e fare dei bilanci o semplicemente un punto sulla propria situazione professionale. Oggi come oggi conta vivere il momento”.
Da quasi due anni, però, sei caporedattrice della redazione del Tg di TeleTicino. Che valore ha questo traguardo?
“È una grande soddisfazione e per due motivi. Il primo è che io sono laureata in biotecnologie veterinarie e quindi immaginavo la mia vita professionale tra le provette di un laboratorio. Invece, nel 2010, si è presentata l’occasione inattesa di entrare a far parte della redazione di TeleTicino come praticante e mai avrei immaginato 13 anni dopo di esserne la caporedattrice. La seconda grande soddisfazione è legata al fatto di essere riuscita a fare questo percorso professionale e al contempo di essere mamma di due figli. Se ne parla tanto e spesso di conciliabilità lavoro-famiglia, ma resto convinta di un fatto: essere mamma e costruirsi una carriera lavorativa è molto più difficile, rispetto agli uomini o alle donne che scelgono di non avere figli”.
Per finire, quale consiglio ti senti di dare a una giovane ragazza che desidera fare la giornalista?
“Se volete fare le giornaliste ed essere mamme, non mollate! Non rinunciate alla carriera per i figli o viceversa. Dal punto di vista professionale, invece, per me è stato molto utile coltivare la curiosità. Non bisogna mai perdere la capacità di farsi incuriosire e anche stupire. E poi la passione. Ogni mattina quando mi sveglio ho una grande voglia di andare a lavorare. Quindi ancora oggi per me il giornalismo è soprattutto questo: passione”.
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