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Cronaca
25.04.17 - 22:160
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:41

"Leoni poteva (doveva?) esprimersi in maniera diversa. Ma dopo aver riletto i suoi articoli senza pregiudizi la mia visione è cambiata parecchio. E il senso del suo discorso è diventato chiaro e, sotto certi aspetti, da me condiviso"

Nash Friedrich Pettinaroli, transgender ticinese, ci ha inviato il suo pensiero sugli articoli pubblicati da Liberatv che tanto clamore hanno suscitato: "La grande pecca di Leoni è stata quella di gettare in pasto al pubblico un articolo complesso. Ma il suo pezzo non è transfobico: ha utilizzato transessualità e radicalizzazione islamica per offrire al pubblico uno spaccato di una società che sta disintegrando le persone rendendole numeri, che sta estremizzando i diritti (in generale!) fino a trasformarli

di Nash Friedrich Pettinaroli


Questa è una presa di posizione piuttosto inaspettata, direi, però -a mio avviso- doverosa.

 

Ho riletto con attenzione i due articoli pubblicati su “LiberaTV” da Andrea Leoni e successivamente riportati e commentati da Marco Bazzi. Sì: parlo proprio dei due articoli che hanno alimentato focose polemiche e hanno contribuito a tirare fuori il peggio di molte persone.

 

Questa mattina, alla lettura sommaria del primo articolo, la mia prima impressione è stata pessima. Mi sono arrabbiato, innervosito, scandalizzato, risentito. Non potevo credere che, nel 2017, qualcuno scrivesse pesanti criticità verso l’argomento “transessualità”.

 

Soffermandoci sul titolo o sulle prime righe in grassetto sotto di esso, non possiamo fare a meno di focalizzarci su alcune parole: “meglio una teocrazia islamica che questa Europa dominata dai talebani libertari”, “… quegli esempi che hanno ampiamente sconfinato il limite”, “… deriva folle”. È chiaro che espressioni simili non possono lasciare indifferenti i lettori, soprattutto coloro che, come me, hanno vissuto (stanno vivendo o vivranno) un percorso di cambiamento di genere.

 

Per questo è fondamentale continuare a leggere, ma -e qui arriva la critica a Leoni- l’articolo è talmente intellettuale da risultare d’élite. Attenzione: con questo non voglio dire che la maggior parte delle persone sia ignorante, non frantendetemi; voglio sostenere che per comprendere fino in fondo le vere intenzioni e affermazioni del giornalista occorre padroneggiare molto bene letteratura e storia. Questa è stata la grande “pecca” di Andrea Leoni: gli articoli complessi non possono essere “gettati in pasto” al pubblico online, visto che i frequentatori di Internet e dei Social Network, me compreso, sono sempre di fretta, sfuggenti e raramente si fermano a leggere un testo lungo e ricco di riferimenti storici/letterali.

 

Per entrare nell’intento di Leoni, è necessario togliere dalla propria mente i pregiudizi nati dopo la lettura delle prime righe. Ho faticato molto, ma ci sono riuscito e ora la visione dell’articolo è cambiata parecchio. Ametto che alcuni termini, alcune frasi, mi scottano ancora un po’, ma il senso del discorso è diventato chiaro e, sotto certi aspetti, da me condiviso. Il giornalista ha toccato due argomenti molto delicati (transessualità e islam) utilizzando un linguaggio troppo fraintendibile e un po’ pesante.

 

Se, però, invece di insultare ci si soffermasse sul vero contenuto, sparirebbe tanta rabbia. Leoni non ha scritto un articolo transfobico, bensì ha utilizzato transessualità e radicalizzazione islamica per offrire al pubblico uno spaccato di una società che sta disintegrando le persone rendendole numeri, che sta estremizzando i diritti (in generale!) fino a trasformarli in distruzione sociale (della società). Posso azzardare un’affermazione personale: ha analizzato (anche) sociologicamente due argomenti, pur non essendo un sociologo.

 

Dopo la mia analisi degli articoli, non posso dire che Andrea Leoni e Marco Bazzi siano “razzisti”, “omofobi”, “transfobici”, “malati di mente”. Sono persone che hanno azzardato una teoria, ma lo hanno fatto nel modo più equivoco e travisabile possibile. Con questo non voglio giustificare nessuno, in quanto quel “presagio sgradevole” che traspare nelle prime battute è ancora evidente, però mi permetto di asserire che sono stati attaccati incivilmente proprio da chi, facendolo, professava ed esigeva civiltà. È un po’ come combattere la violenza con la violenza, vista in questo modo… non credete?

Mi compiaccio per aver trovato l’autocontrollo sufficiente per scrivere un commento a Marco Bazzi chiedendo di poterci chiarire fuori dal Web: lui non me lo ha negato e, parlandogli senza parole scritte, ho potuto constatare che non è affatto il “mostro” che traspare dalle pesanti critiche sulla sua bacheca. Secondo me, un uomo pronto a dialogare con una persona “ferita” da un articolo merita un ringraziamento. Quanti di noi, fuori dai Social -dove sembrano leoni affamati- diventano pecorelle? Quanti di noi accetterebbero un “faccia a faccia” con qualcuno che ci critica e che sappiamo risentito per le nostre parole? Bazzi lo ha fatto e già per questo non posso che apprezzarlo.

 

Concludo riassumendo le mie osservazioni.

 

Andrea Leoni poteva (doveva?) esprimersi in maniera diversa, ma, tralasciando le frasi forti (per ottenere “un effetto”) i contenuti dei suoi articoli hanno il diritto di essere letti per ciò che sono.

 

Marco Bazzi ha condiviso gli articoli inserendo nel post le prime righe, che sono le peggiori, e ha ricevuto una sequela di insulti che non hanno fatto onore a nessuno. Se volete che le persone migliorino o si esprimano in un certo modo, non potete chiederlo facendo l’esatto contrario.

 

Io non applaudo a occhi chiusi gli articoli di Leoni, che scriverei assai diversamente, ma invito tutti a leggerli e analizzarli a fondo, come ho fatto io. Da un certo punto di vista sono interessanti e non contengono tutto quell’odio verso i transessuali, come invece sembrava inizialmente. Sono uno di quelli che si è sentito criticato, offeso… ma ho preferito approfondire, prima di sparare.

 

Ora speriamo che gli improperi non li prenda io… ;)

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