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09.08.23 - 15:270

Okafor vs Sommer, derby svizzero a San Siro. Ecco tutti gli elvetici di Milan e Inter, compresi i fondatori dei club

L'attaccante e il portiere della Nazionale sono gli ultimi di una lunga serie di giocatori elvetici sbarcati a Milano. Ecco chi sono

MILANO - Noah Arinzechukwu Okafor, attaccante classe 2000 nato in Svizzera da padre nigeriano, è il tredicesimo giocatore svizzero a indossare la maglia del Milan e il quinto dal dopoguerra in poi. Prima di lui, l’ultimo era stato Ricardo Rodriguez, arrivato nell’estate del 2017 dal Wolfsburg. Per la cronaca, tra gli svizzeri che hanno vestito la maglia rossonera c’è anche uno dei fondatori del Milan.

Ma iniziamo dagli ultimi anni. Johann Vogel, centrocampista, giocò nel Milan nella stagione 2005-06. Arrivato dal Psv Eindhoven nell’estate del 2005, doveva essere il vice-Pirlo nella squadra di Ancelotti. Per lui, 22 le presenze tra campionato e coppe con un solo assist a bilancio, tanto che nell’estate successiva venne ceduto al Betis Siviglia

Philippe Senderos, difensore centrale, giocò nel Milan tra il  2008 e il 2009 in prestito oneroso dall’Arsenal. Il rendimento del centrale svizzero, però, non fu all’altezza dei suoi trascorsi con i Gunners: per lui soltanto 20 presenze tra campionato e coppe. Tornò a Londra nell’estate del 2009.

Mattia Desole, terzino sinistro nato a Zurigo, fu al Milan tra il 2012 e il 2014, che lo acquistò dalle giovanili dell’Inter, ma in rossonero non esordì mai: fu protagonista di una serie di prestiti tra Monza, Foligno e Chiasso. Lasciò definitivamente il club nel 2014 per giocare nel Rapperswil.

Ricardo Rodriguez, terzino sinistro, giocò nel Milan dal 2017 al 2020. Fu uno degli acquisti della gestione Fassone-Mirabelli, che portò in rossonero Bonucci, Calhanoglu, André Silva, Kessié e tanti altri. Venne acquistato dal Wolfsburg per 15 milioni di euro e nel 2020 fu ceduto al Psv Eindhoven.

Altri giocatori svizzeri hanno vestito la maglia del Milan nei primi anni del ‘900 e uno di loro, Kurt Lies, è addirittura tra i fondatori del club. Eccoli: Kurt Lies (1900-01, difensore); Hans Heinrich Suter (1901-05, difensore); Alfred Cartier (1902, difensore); Paul Arnold Walty (1902-04, centrocampista); Alfred Bosshard (1906-10, centrocampista); Oscar Joseph Giger (1905-06, centrocampista); Ernst Widmer (1905-08, attaccante); Hans Walter Imhoff (1906-08, attaccante)

Gli svizzeri nerazzurri

L’arrivo di Yann Sommer all’Inter riprende un filo diretto tra i nerazzurri e la Svizzera nato addirittura 115 anni fa, nel 1908, quando un gruppo di “dissidenti” rossoneri diede vita all’Internazionale Football Club. Da allora, fino a Shaqiri, protagonista di una fugace parentesi nel 2015, sono stati 20 gli elvetici che hanno vestito la maglia nerazzurra. L’ex portiere del Bayern è il ventunesimo.

La Svizzera è una parte importante dell’anima originaria del club, proprio perché tra i suoi fondatori vi erano ben otto svizzeri, scriveva nei giorni scorsi la Gazzetta dello sport. Gli stessi che andarono anche a comporre la rosa delle primissime partite ufficiali e del primo scudetto vinto nel secondo anno di vita del club. C’era qualche “gregario” come Ugo Riettman, che di professione faceva l’industriale tessile e collezionò appena una presenza prima di darsi all’arbitraggio. Ma c’erano anche pedine importanti come Hopf, Kappler, Kunmer, Marktl (che indossò anche la fascia di capitano), Schuler, Niedermann e Wolkel. Negli anni successivi, quelli a cavallo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, vestirono nerazzurro anche Giorgio Muggiani, pittore di professione e calciatore e per vocazione, i tre fratelli Hintermann e Martinelli, per poi fare un balzo al secondo dopoguerra con il bomber ginevrino Vonlanthen, autore di 12 reti in 42 presenze distribuite su due stagioni (tra il ’55 e il ’57) prima di diventare tecnico della nazionale svizzera dal 1977 al 1979.

Nel 1996 l’allora presidente Moratti portò a Milano per 6 miliardi delle vecchie lire Ciriaco Sforza, protagonista di un brillante Europeo. Il centrocampista di origini italiane segnò due reti nelle prime due partite ma non brillò nelle successive, tanto che venne ceduto dopo soli dodici mesi.

Stesso discorso per l’ultimo elvetico in nerazzurro prima di Sommer, Xerdan Shaqiri, che arrivò ad Appiano nel gennaio 2015 nell’Inter di Mancini, ma fu ceduto solo sei mesi dopo. Di lui restò solo il ricordo di una grande prestazione a Bergamo, quando contribuì a battere l’Atalanta per 4-1 con un gol e un assist.

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