di Fabio Regazzi *
Siamo alle solite: l’ennesima iniziativa estrema e ideologica che causerebbe molti più danni dei supposti benefici. Il motivo è semplice: erigere paletti e divieti non solo causa costi e burocrazia incredibili, ma è anche controproducente per l’obiettivo che si dichiara di voler perseguire.
Lo vediamo già oggi negli sforzi che vengono praticati per prenderci cura del nostro territorio, biodiversità inclusa. La Svizzera spende decine e decine di milioni franchi per rivitalizzare i corsi d’acqua ma le specie ittiche restano minacciate e non si segnalano miglioramenti. I motivi? L’assurda protezione accordata a volatili piscivori, come lo smergo maggiore o i cormorani, che ne impedisce la regolazione. Oppure prendiamo il lupo, celebrato proprio per i presunti benefici per la biodiversità: causa l’abbandono di alpeggi, spesso mantenuti con dedizione e abnegazione, con il relativo imboschimento delle superfici precedentemente aperte. Senza le famiglie contadine, i patriziati e chi si occupa di preservare il nostro territorio la biodiversità stessa sarebbe tra i perdenti. Alla faccia delle associazioni ambientaliste e dei partiti che dichiarano invece di volerli aiutare.
Non si pensi però che le conseguenze dell’iniziativa si limiterebbero a essi: è proprio questa la parte più pericolosa del testo. Perché il nuovo articolo costituzionale riguarda tutto il territorio, aree residenziali e industriali incluse. Imprese e famiglie, quindi, che si troverebbero confrontate in un mare di burocrazia ancora maggiore tra divieti, regolamentazioni, ordinanze, requisiti, procedure e contenziosi. Una perdita di tempo, di risorse, di progettualità e di possibilità di sviluppo senza alcuna compensazione. Con un’importante riduzione anche della produzione di cibo, legname ed energia rinnovabile, che porterà a un aumento delle importazioni e del turismo degli acquisti all’estero. E tutto ciò in un periodo di rincari costanti e di piani di rientro finanziari a livello cantonale e nazionale.
Le risorse stanziate non saranno aggiuntive ma verranno prese da altre voci di bilancio, colpendo famiglie e imprese. Il miglior modo per preservare il nostro ambiente e il nostro benessere non passa da queste soluzioni estreme, ma dalla flessibilità che ci permette di intervenire puntualmente, preservando la voce delle comunità. L’opposto di quanto chiede l’iniziativa.
Votiamo quindi NO il prossimo 22 settembre!
* Consigliere agli Stati e Presidente USAM