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07.10.23 - 13:200

Siccardi: “Costi sanitari, quando un sistema non può funzionare…. È ora di agire!”

L'imprenditore prende posizione sugli aumenti dei premi, chiedendo una riforma del sistema sanitario, con "seconde opinioni nelle situazioni difficili, il controllo dei consumi medicali e del meccanismo di creazione dei premi"

di Alberto Siccardi (pubblicato in Spazio Libero su Corriere del Ticino e LaRegione)*

Quando un sistema non coglie l’obiettivo per cui è stato ideato e dà risultati inaccettabili per chi dovrebbe invece trarne beneficio… È il caso delle casse malati in Svizzera. I primi protagonisti del processo economico sono il paziente e i suoi medici. Valutiamo la posizione del paziente, che davanti ad un medico di solito o soffre, e vuole essere aiutato a smettere di soffrire, oppure ha paura di essere molto malato e di morire. Non vuole soffrire né morire. Non si porrà mai il problema - e giustamente - di non sprecare il denaro della sua cassa malati; non pensa che alla fine comunque pagherà anche lui gli sprechi che può provocare seguendo ciecamente le indicazioni del suo medico; perché si fida di lui (perché lui è il suo medico). In seguito, di fronte allo specialista che gli sarà stato indicato, sarà nella stessa situazione: paura di morire e angoscia di smettere di soffrire. E quasi sempre si procede, senza curarsi del costo né del rischio di certe cure o operazioni chirurgiche inutili e pericolose. Così nasce e si svolge la vicenda delle prestazioni mediche coperte dalle casse malati. Il grande protagonista è il medico curante (o lo specialista). Loro decidono e il paziente li segue senza discutere.

Ma, come tutti, anche loro, medici e pazienti, possono sbagliare e capita che, come dichiarato nella «strategia di politica sanitaria del Consiglio federale - Sanità 2030» a sezione 6.3.3., «le prestazioni eccessive, insufficienti e inappropriate hanno pesanti ripercussioni sui costi della salute e sulla qualità dell’assistenza sanitaria». Quindi non c’è da stupirsi che i premi aumentino in misura così importante, come in questi ultimi tempi. E di questo è cosciente anche una parte della classe medica.

Al congresso annuale di ortopedia, il 26-28 giugno 2019 a Baden, gli organizzatori hanno ritenuto appropriato inserire quale tema principale «Interventi chirurgici (non) necessari in ortopedia e traumatologia» e le singole sessioni hanno trattato interventi su piede, spalla, gomito, anca e ginocchio. Lascio al lettore la cura di andare a controllare i risultati e, interessante, anche la discussione sul perché delle operazioni inutili. Ma nel presentare il tema il presidente di turno dichiarava che operare quando non è necessario può essere fatto consapevolmente (per interesse personale?) o per ignoranza. Ha dichiarato di non conoscere nessun membro della loro Associazione che si trovasse nella prima situazione. Vista però la possibilità di errore, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda al paziente di ricorrere ad una seconda opinione in caso di incertezza («il diritto all’informazione», ultima modifica dell’8.7.2020).

Le conseguenze di una operazione inutile possono essere gravi, oltre ad aumentare inutilmente i costi per le casse malati. Ci sono pazienti operati alla schiena che soffrono giorno e notte o che camminano a fatica. Stavano molto meglio prima! Operazioni inutili e sbagliate? Situazioni, comunque, senza rimedio. Ma una seconda opinione medicale nei casi gravi, che sono anche quelli più costosi, non è l’unico rimedio che si può caldamente suggerire. Il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri ha presentato il 29.9.2022 una mozione con cui si chiedeva l’obbligo dei parlamentari che coprono posti nei Consigli di amministrazione delle casse malati di dichiarare fedelmente le remunerazioni da loro percepite. La proposta è passata: ora si aspetta il parere del Consiglio degli Stati. Nel testo della mozione Quadri spiega chiaramente e senza peli sulla lingua la motivazione della richiesta, perché trova lecito il dubbio sul conflitto di interessi per quei parlamentari - forse più interessati a mantenere floride le loro casse malati che a tenere correttamente bassi i premi assicurativi -, se del caso intervenendo con appositi provvedimenti legislativi. Interessante conoscere il processo annuale per gli aumenti di premi: ogni cassa malati sottopone una proposta di aumento per il prossimo anno all’Ufficio federale della sanità pubblica che, dopo un’analisi di vari fattori (compresa la copertura dei costi), la solvibilità ed un eventuale adeguamento, li approva. Sarebbe opportuno avere più dettagli su tale processo e conoscere l’entità degli adeguamenti. Ma non basta. È fondamentale creare dei meccanismi di controllo dei prezzi e dei quantitativi delle prestazioni. Ed è compito del Parlamento, quando fosse libero di farlo senza potenziali conflitti di interesse. Perché in Ticino dobbiamo avere un costo del 23% in più rispetto alla media nazionale per abitante per le risonanze magnetiche, 40% in più per la fisioterapia e 16% per le analisi di laboratorio? (Ufficio federale di statistica UST, aprile 2021; analisi della CSS, il maggiore assicuratore in Ticino per il 2022). Permettiamoci anche di osservare, un’altra volta per tutte, quanto sia dannosa alla società, anche in altri campi, la creazione di interessi comuni fra Pubblico e Privato. Una cassa malati amministrata da politici nel suo CdA è fuori posto, inaccettabile, in conflitto di interessi, perché a pagare sono i malati e i cittadini tutti e a guadagnare sono alcuni privati, i proprietari delle casse stesse. A meno che i compensi siano noti e controllati e i premi anche.

Per tutti questi motivi il sistema deve essere riformato. Usare di più le seconde opinioni nelle situazioni difficili, controllare sia i consumi medicali - per qualità e quantità - che il meccanismo di creazione dei premi. E - rimedio «populista» ma che a volte è efficace - costituire una commissione di cittadini che sorvegli l’andamento di questa attività fondamentale per il nostro benessere. Già il Consiglio federale nella «Sanità 2020» aveva auspicato (obiettivo 2.3) una partecipazione dei pazienti per mezzo di rappresentanti nei processi di politica sanitaria. È ora di agire.

* imprenditore

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