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Secondo Me
30.08.14 - 08:200
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:41

Alfredo Soldati: "L'orchestrina suona e il Titanic affonda: 62'500 frontalieri, 20'000 in più di quando si dava dei razzisti ai promotori di Balairatt"

SECONDO ME: "Sconfessata definitivamente la teoria che i politici per anni ci hanno voluto dare a bere del lavoratore generoso e disinteressato che viene in aiuto del Ticino"

di Alfredo Soldati *

Quante volte, ormai, l’abbiamo sentita questa storiella: ma mai come oggi sembra essere la triste realtà di un Paese che è rimasto immobile, quasi paralizzato, di fronte a quella che non può essere definita diversamente che una vera e propria “invasione” (62'458 unità, oltre 2100 in più in soli tre mesi, 20'000 in più di quando si dava dei “razzisti” ai promotori della campagna “Balairatt”!).

Più si parla però di “frontalierato”, più si tende a mettere a fuoco solo una faccia della medaglia. I frontalieri aumentano sì in modo esponenziale, quasi fisicamente doloroso (per le strade è sicuramente così), e vanno ad occupare sempre più posti di lavoro nel terziario, nei servizi, sconfessando definitivamente la teoria che i politici per anni ci hanno voluto dare a bere del lavoratore generoso e disinteressato che viene in aiuto del Ticino per esercitare professioni che l’indigeno non vuole più fare. Baggianate!

Aumenta però anche il numero degli stranieri residenti permanenti, che sono oltre il 27% della popolazione e che una volta che ci sarà crisi non torneranno di certo al loro paese di provenienza. Eccola la Svizzera xenofoba e razzista (altra baggianata!): quella che senza contare le naturalizzazioni vanta una delle percentuali più alte di stranieri di tutto l’emisfero occidentale e oltre.
Sono nella Scuola: portando con se un bagaglio di rapporti nei confronti del territorio sempre più deficitario, insegnandoci le lingue nazionali con accenti esotici. Sono nel commercio al dettaglio e avanzano nelle gerarchie portandosi dietro nell’organizzazione schiere di compaesani, famigliari vicini e lontani, fan della stessa squadra della serie A. E così via di questo passo.

Ora aumentano anche nella lista dei fallimenti (395 aziende italiane fallite in Svizzera da gennaio a luglio) la causa dei quali siamo ovviamente noi Svizzeri che abbiamo leggi troppo severe nella protezione e nella sicurezza dei lavoratori, che abbiamo un fisco che controlla e reprime gli abusi, che abbiamo contratti collettivi di lavoro che tutelano i collaboratori. Allora falliscono, lasciando dietro di se una scia di debiti e di inadempienze che indirettamente vanno a carico di quelli che poi qui ci vivono seriamente e correttamente nel rispetto di leggi e regolamenti.

Ma quanta di questa mentalità ci rimane poi accollata con le imprese che non falliscono? Ai posteri l’ardua sentenza. Qualche soddisfazione ci rimane comunque; i primati non sono solo degli altri, anche noi in qualche cosa cresciamo: nel numero di presi a carico dall’assistenza! Ecco il primato di nostra pertinenza, quello di un numero di residenti sempre maggiore che non arriva alla fine del mese, che non riesce a pagare le bollette, che disperatamente cerca un lavoro anche solo per la propria dignità personale, nemmeno per i soldi.

E che non ci si venga a dire che sono tutti casi endemici e incorreggibili. Ma quando mai! Che tristezza! Per fortuna c’è ancora qualcuno, apprendiamo oggi dai media elettronici, che ai poveri e ai più deboli ancora pensa: sono quelli del “Partito comunista ticinese”, proprio quelli che si vantano di essere vicino alle fasce deboli, che oggi quando tutte queste notizie appena elencate destabilizzano il cittadino medio ticinese che ha ancora un po’ a cuore il destino del suo Cantone… pubblicano un proclama politico, un manifesto a sostegno degli indipendenti ucraini filorussi del Donbass!

Se questo non l’avessimo letto con i nostri occhi, non ci avremmo probabilmente creduto! E ci si chiede come mai la Sinistra scende sempre più in basso nei favori della gente comune. Ma ci sarà ancora un cittadino ticinese, uno solo, che non appoggi l’iniziativa lanciata dall’Unione Democratica di Centro a titolo “Prima i nostri”? Ci sarà un cittadino ticinese, uno solo, che crede ancora che queste campagne le si faccia solo per razzismo e non per salvaguardare un Paese che ci sta tanto a cuore? Ci sarà un cittadino ticinese, uno solo, che non si aggrappi a questa sola speranza per raddrizzare la baracca e per dare all’indigeno la dignità del lavoro prima di darla ad altri? Se anche se ne trovasse uno solo, non avremmo paura di guardarlo dritto negli occhi!

* Comitato iniziativa costituzionale “Prima i nostri”     

 

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