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14.03.23 - 12:370
Aggiornamento: 14:54

Tedesco in prima media, la VPOD all'attacco: "Padron comanda, caval trotta"

Dopo il voto di ieri in Gran Consiglio, il sindacato spara a zero: "Una decisione che calpesta la dignità dei professionisti della scuola"

BELLINZONA - Il Sindacato VPOD Ticino deplora il voto del Parlamento che, a stretta maggioranza (46 contro 41 voti), si è espresso a favore dell’introduzione del tedesco in prima media a partire dall’anno scolastico 2025/26 in tutte le sedi di scuola media.

"E questo - si legge in una nota - senza fare alcuna consultazione dei docenti e dei genitori. E oltre tutto senza fare nemmeno uno straccio di sperimentazione, cosa che rasenta l’incredibile nella storia della scuola ticinese. È necessario ora che avvenga al più presto un’ampia consultazione sulle modalità di introduzione di quanto deciso dai partiti liberisti (PLR, Lega e UDC), per rispondere all’appello del padronato ticinese. È necessario che si preveda anche una valutazione esterna degli effetti dell’introduzione di quanto deciso: una valutazione effettuata da un ente universitario indipendente in grado di misurare gli effetti sulla transizione degli allievi dalla scuola elementare alla scuola media".

"Il Sindacato VPOD - termina il comunicato - ha per contro apprezzato le proposte equilibrate del rapporto di minoranza, che miravano al potenziamento di momenti mirati di insegnamento e doposcuola di tedesco nella scuola media e nelle scuole professionali, ma anche di scambi di classi e soggiorni linguistici in regioni tedescofone: questa sarebbe stata la strada ragionevole da perseguire nell’interesse della scuola e degli allievi, senza sconvolgere la griglia oraria di 1a media. In ogni caso il risicato voto parlamentare calpesta la dignità dei professionisti della scuola, la cui voce non viene ascoltata e le cui condizioni di lavoro vengono sempre più peggiorate dai partiti liberisti: si pensi al degrado del 40% delle pensioni IPCT sull’arco di un paio di decenni, che sarà al centro della giornata di mobilitazione del 15 marzo e della manifestazione prevista alle 18 in Piazza Governo, per fare pressione su una classe politica che vuole l’uovo e la gallina (docenti formati + motivati, ma nel contempo docenti con condizioni di lavoro sempre peggiori)".

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