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Politica e Potere
17.07.22 - 17:590

Cantonali 2023: la guerra tra Russia e Ucraina fa saltare l'alleanza tra PC, PS e Verdi: "E non per colpa nostra"

I comunisti: "I vertici socialisti ed ecologisti antepongono temi divisivi di politica internazionale, a quelli cantonali e comunali"

BELLINZONA - “L’alleanza con il PS e con i Verdi non si farà. E non per colpa nostra”. La direzione del Partito comunista ha pubblicato una dichiarazione dove fa il punto in vista delle elezioni cantonali 2023. Un comunicato in cui il PC annuncia che non farà parte della lista rossoverde per l’Esecurtivo, sulla quale i socialisti e gli ecologisti stanno trattando.

Il motivo? La guerra tra Russia e Ucraina, secondo la ricostruzione fornita dai comunisti. La grande politica internazionale, insomma, mette lo zampino anche nella piccola politica cantonticinese. E non è una sorpresa. Le posizioni del Partito Comunista sull’invasione ordinata da Vladimir Putin lo scorso febbraio, avevano infatti creato più di un malumore in casa socialista. Ma torniamo al comunicato. 

“A ulteriore dimostrazione della vocazione unitaria e del senso di responsabilità del Partito Comunista - si legge nella nota del partito guidato da Massimiliano Ay - non solo non avevamo escluso la possibilità di un’alleanza trasversale che potesse raggruppare le diverse sensibilità esistenti a sinistra, ma addirittura già a giugno dell’anno scorso avevamo incontrato il Partito Socialista (PS) per discutere anche di questa possibilità. Così non sarà; e come già fu il caso alle scorse elezioni cantonali del 2019, non per nostra responsabilità”.

“Abbiamo preso atto - prosegue la nota - che i vertici cantonali di PS e Verdi, rispetto ai temi politici concreti che ci vedono alleati a livello cantonale e comunale ma non solo, antepongono temi divisivi di politica internazionale. Ci è stato così comunicato che, visto che in particolare i mass-media potrebbero problematizzare l’attuale risoluta e coerente posizione del nostro Partito contro l’UE e la NATO, ecco che PS e Verdi preferiscono non correre rischi ed escludere a priori una collaborazione elettorale. Posto che il Partito Comunista ha sempre ricercato la più ampia unità d’azione a sinistra e non si fa dettare l’agenda da nessun altro all’infuori dei suoi membri e dell’interesse collettivo dei lavoratori: ne prendiamo atto!”.

“Ci domandiamo comunque - si legge ancora nella dichiarazione - se i mass-media sorvoleranno sulle non marginali divergenze emerse negli ultimi mesi tra PS e Verdi a livello cantonale, basti pensare a tematiche dirimenti per i lavoratori e le classi popolari come il salario minimo (dove i Verdi hanno di fatto boicottato la raccolta firme della sinistra), all’abolizione dei livelli alla scuola media (dove i Verdi hanno ritirato la propria adesione all’iniziativa popolare sempre della sinistra) e la campagna contro il decreto Morisoli (dove i Verdi hanno letteralmente frenato la raccolta firme dei referendisti)”.

 

l Partito Comunista è quindi pronto a correre anche da solo. Tuttavia, il PC, intende provare perlomeno a riunire tutti i comunisti ticinesi. “In quest’ottica - si legge al termine della dichiarazione - siamo felici di comunicare che abbiamo intensificato un dialogo costruttivo con il Partito Operaio e Popolare (POP), con il quale abbiamo condiviso nel recente passato diverse battaglie, fra le quali, ricordiamo: la condanna contro le condizioni di lavoro precarie dei corrieri presso Divoora e DPD, l’opposizione alla Nuova legge sul CO2 che voleva far pagare alle classi popolari il prezzo della transizione ecologica, fino alla recente mobilitazione contro il Summit neo-colonialista sull’Ucraina a Lugano. E altre sicuramente seguiranno…”.

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