Il settimanale leghista dedica infatti la copertina alla votazione. Una prima pagina molto provocatoria in cui, in buona sostanza, vengono mandati a quel paese i sostenitori del “no”. I contrari all’abolizione del canone (dai senatori Lombardi e Abate, al direttore della RSI Maurizio Canetta, fino al professor Baranzini e al Cane Peo) sono infatti ritratti come le teste dell’Idra - il mostro della mitologia greca - e definiti “la casta”.
“Il dibattito sul No Billag - scrive il Mattino - ha scoperchiato il vaso di Pandora, facendo emergere un allucinante intreccio di inciuci. L’ha capito anche il Gigi di Viganello: il canone è una gigantesca mangiatoia a cui sono attaccate le categorie più disparate, che ora – immaginando che il proprio orticello sia in pericolo – reagiscono rabbiosamente, minacciando, ricattando e denigrando a tutto andare!”.
Oltre alla copertina è apparsa anche l’indicazione di voto da parte della Lega, per l’occasione fissata in prima pagina. Nonostante le tre massime cariche istituzionali del partito siano schierate sul fronte del “no” - i ministri Zali e Gobbi e il sindaco di Lugano Borradori - il Movimento conferma il suo “sì” convinto alla “No Billag”.
Infine, all’interno del giornale, ampio spazio alla polemica sul dibattito di Democrazia diretta andato in onda sulla RSI. Ribadite le critiche già espresse nei confronti del direttore dell’informazione Reto Ceschi, accusato di una conduzione di parte. A questo si aggiunge una presa di posizione del Comitato favorevole all’iniziativa in cui si annuncia che i propri esponenti non parteciperanno più ai dibattiti organizzati dalla radiotelevisione pubblica da qui al 4 marzo, “salvo quelli già programmati”. Il che non rende chiarissimo il senso, e la sostenza, della protesta…