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Politica e Potere
03.04.14 - 17:050
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:41

La ricetta dei Verdi di Lugano: "Un altro coordinatore al fianco di Savoia"

Il coordinatore Massimo Collura: "No al leader unico. Potremmo proporre il rinvio della nomina: prima decidiamo come riformare il partito. Stiamo perdendo adesioni. Scissione? Il rischio c'è"

LUGANO - Si fa sempre più caldo il clima intorno all'assemblea dei Verdi che si terrà sabato nel primo pomeriggio a Bellinzona. I delegati ecologisti saranno chiamati ad eleggere il nuovo coordinatore e a costruire le linee guida per il rinnovamento del partito. Oltre alla candidatura dell'uscente Sergio Savoia c'è quella di Fausto Gerri Beretta Piccoli. Ma la vera sfida non pare tanto tra i due, quanto piuttosto una sorta di referendum tra chi è pro e chi è contro Savoia. O per meglio dire, al di fuori delle semplificazioni giornalistiche, chi sostiene la linea politica del coordinatore e chi ne vorrebbe una diversa.

Dopo le tensioni degli ultimi giorni, con le prese di posizione tra chi critica la linea di Savoia, come Greta Gysin, e chi la difende come Francesco Maggi, oggi esce allo scoperto il coordinatore dei Verdi Luganesi Massimo Collura.

Collura ha inviato alla stampa un'articolata riflessione politica, che contiene alcuni accenti piuttosto critici verso l'attuale coordinatore. Di seguito ne proponiamo alcuni estratti salienti.

"No al leader unico"

"In questi mesi - scrive il coordinatore dei Verdi del luganese -  ho potuto capire come sia difficile muoversi in questo mondo complesso dove i tatticismi e la comunicazione sono purtroppo molto più importanti che il lavoro concreto sul campo. Senza un’efficace comunicazione la gente non può vedere cosa stai facendo e quindi di conseguenza non ti conoscerà e non ti darà il voto. La visibilità politica oggi è tutto, l’immagine e il modo di porsi può essere fondamentale per una vittoria politica".

"Un politico - prosegue Collura - troppe volte non è giudicato concretamente per quello che fa ma per come parla e come si pone di fronte ai media. Il politico oggetto, che grazie a un marketing accattivante riceve i consensi del popolo. Un sorriso, una stretta di mano, molte apparizioni televisive, abbinate ad abilità comunicative fanno un politico di successo. Un’impostazione eccessivamente mediatica nasconde però un pericolo intrinseco, quello della creazione del leader unico, che grazie ai consensi popolari, crede di essere infallibile staccandosi dalla realtà che dovrebbe rappresentare. Invece di essere al servizio della squadra che rappresenta, chiede che la squadra sia al suo servizio per raggiungere degli obbiettivi che sono stati da lui decisi e magari in parte neppure condivisi".

"La squadra - si legge ancora nella presa di posizione - deve decidere che tipo d’immagine vuole dare verso l’esterno, che tipo di comunicazione vuole fare verso l’esterno. Io molto umilmente credo che essere rappresentati da un leader unico, anche molto capace a livello politico e comunicativo, non sia compatibile con i valori verdi e di fatto non rappresenta la molteplicità di visioni e sensibilità che esistono all’interno di un gruppo positivamente eterogeneo, che trova quale elemento collante la salvaguardia dell’essere umano e l’ambiente che lo circonda". 

"Serve un doppio coordinatore"

Lette le sue considerazioni, abbiamo contattato Massimo Collura per chiedere come intende tradurre concretamente le sue opinioni all'assemblea di sabato. Ad esempio: proporrete un doppio coordinatore? "La proposta è senz'altro quella di un doppio coordinatore, un po' sul modello che abbiamo a livello Svizzero. Quindi due coordinatori, con una sensibilità politica diversa, che agiscano alla pari". 

Il co-coordinatore, secondo Collura, non serve soltanto a riequilibrare la linea politica del partito: "Credo che se Sergio avesse accanto una persona con cui scambiarsi delle opinioni, questo potrebbe servire ad entrambi, ma soprattuto permetterebbe al nuovo co-coordinatore di formarsi come guida. Sergio, lo riconosciamo tutti, fa un lavoro grandioso, ma prima o poi la sua epoca alla guida del partito finirà. E a quel punto noi cosa faremo? Io credo sia saggio che nel frattempo una persona acquisisca esperienza e competenza in modo che quando sarà il momento, avremo comunque una guida sicura con cui continuare il nostro percorso". 

"Prima riformiamo il partito e poi eleggiamo il coordinatore"

Il coordinatore dei Verdi del luganese contesta anche il metodo con cui è stata organizzata l'assemblea: "Sergio ha forzato la mano chiedendo il rinnovo della sua carica e, soprattutto, la fiducia sulla sua linea politica. Dopo la nomina del coordinatore, nel pomeriggio, sono stati organizzati dei gruppi di lavoro per continuare a lavorare sul processo di rinnovamento del partito. Ma se votiamo già il coordinatore con la sua linea, il lavoro del pomeriggio cosa lo facciamo a fare? Io credo che sia opportuno impostare le cose in un altro modo. Prima decidiamo come riformare il partito, e quale linea politica dargli, e poi eleggiamo il nuovo coordinatore o, meglio, i due nuovi coordinatori". 

Di conseguenza intendete proporre il rinvio della nomina del coordinatore? "È una possibilità, vediamo cosa succede. Dipenderà anche dal discorso che farà Sergio, quanto sarà disposto a concedere sulle proposte che ho appena elencato. La cosa fondamentale è che questa assemblea sia l'occasione per una discussione autentica che affronti tutti i temi che ci sono sul tavolo".

"Come sezione non sosterremo Gerry" 

La sezione di Lugano intende sostenere la candidatura del luganese Gerry Beretta Piccoli per il coordinamento? "Secondo me - risponde Collura - quello di Gerry è un pesce d'aprile portato avanti. Sta un po' marciando su questo gioco. Come sezione non intendiamo discutere questa eventualità ne dare indicazioni di voto: ognuno farà come crede". 

"Da Sergio un linguaggio troppo leghista"

Collura, infine, elenca le sue preoccupazioni legate alla linea di Sergio Savoia: "Più che la posizione sul voto del 9 febbraio, quello che alcuni di noi gli contesta è un linguaggio un po' troppo leghista. Lui, quando lo abbiamo incontrato, ha detto di non di preoccuparci, che fa parte di una strategia di comunicazione. Ma noi crediamo che il modo di porsi è comunque importante. Anche perché qualche defezione l'abbiamo già avuta negli ultimi mesi e dopo la posizione sull'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa". A Lugano i soci sono diminuiti. Paradossalmente abbiamo aumentato i voti e sono diminuiti gli iscritti. È un segnale preoccupante". 

Ma perdere iscritti in cambio di voti non è comunque un buon affare? "Per me no. Vorrei che entrambi i saldi fossero positivi. È vero che è l'elettorato che ti fa vivere ma se poi non c'è la gente che lavora all'interno del partito muori comunque". 

"Il rischio scissione c'è"

Un'ultima domanda provocatoria: a suo avviso sabato, al di là della linea che prevarrà, il partito resterà unito oppure potrebbero aprirsi le porte per una scissione? "Il rischio scissione c'è, inutile nasconderlo. Poi non so in che termini. Non sempre chi se ne va, lo fa sbattendo la porta. Magari piano piano perde motivazione, e il distacco avviene lentamente, nel tempo".  

AELLE

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