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26.03.20 - 12:300

Il coronavirus spiegato ai bambini: la favola del maestro Mauro Lombardi

L'ex insegnante di scuola dell'infanzia: "Volevo contribuire nel mio piccolo. Così i bambini capiscono la triste situazione che stiamo vivendo"

BELLINZONA – Come spiegare il Coronavirus ai bambini? Il modo migliore, spesso, è attraverso metafore e favole che possono comprendere, con personaggi che fanno parte del loro universo emotivo. Con un messaggio, ovviamente, di speranza, dove i buoni sconfiggono il cattivo, che è la malattia, grazie ai comportamenti corretti da adottare, che vengono così fatti passare come esatti per i più piccoli.

A inviarci questa storia, che pubblichiamo volentieri, è un ex maestro di scuola dell’infanzia, Mauro Lombardi. “Io sono un docente di scuola dell'infanzia, ma non insegno più da 3 anni. Adesso lavoro alla biblioteca comunale di Bellinzona. Mi è sempre piaciuto inventare fiabe per bambini, anche per le animazioni che svolgo in biblioteca o nelle scuole elementari e scuole dell'infanzia. Una mia amica di Bellinzona, tuttora docente di scuola dell'infanzia, mi ha detto che, visto che le scuole sono chiuse, i docenti mandano ogni giorno alle famiglie dei propri allievi delle storie raccontate, dei tutorial su come fare lavoretti, delle canzoncine, ... Allora mi è venuta l'idea di contribuire, nel mio piccolo. Ho pensato di inventare una fiaba sul mago Corona, per far capire ai bambini la triste situazione che stiamo vivendo e come combatterla. In più di vent'anni di esperienza ho visto che i messaggi ai bambini passano meglio se raccontati attraverso fiabe o cantati mediante canzoni. Ad esempio, quando lavoravo come docente, per far apprendere le regole dell'ordine, avevo inventato (musica e parole) la canzone del folletto dell'Ordine, così i bambini imparavano a riordinare, cantando e divertendosi. Lo faccio ancora adesso, quando mi chiamano per fare delle supplenze”.

Ecco il testo integrale della favola:

C’era una volta tanto tempo fa un bellissimo regno, dove tutti vivevano felici. Un brutto giorno da molto lontano arrivò un mago cattivo di nome Corona.

Non era un mago come tutti gli altri. Era così piccolo ma così piccolo che nemmeno si poteva vedere. Viaggiava in una gocciolina di saliva e si divertiva ad entrare nel naso e nella bocca delle persone. Poi, con la sua magia, le faceva ammalare.

In poco tempo gli ospedali si riempirono di malati e oramai non c’erano quasi più letti a disposizione. Il re, sempre più preoccupato, decise di stabilire delle regole che tutti dovevano rispettare, per cercare di sconfiggere il mago:

1. “Restate a casa!”

2. “Se uscite a comprare cibo state lontani dalle altre persone!”

3. “Tossite e starnutite nel vostro gomito!”

Dovete sapere che, per poter passare da una persona all’altra, il mago saltava con la sua gocciolina solo quando le persone erano vicine, si abbracciavano o si davano un bacio. Quando invece stavano lontane le une dalle altre, lui non ci riusciva poiché la sua magia non era abbastanza potente, visto che era così minuscolo. Era molto importante, dunque, rimanere in casa, così non si incontravano altre persone e il mago non poteva saltare con la sua gocciolina. 

Passò poco tempo e le persone divennero tristi. I bambini non potevano più giocare nei parchi, gli adulti non potevano più andare a passeggiare. Ma la cosa più brutta era che non ci si poteva più abbracciare.

Il re, disperato, ebbe un’idea: mandare a chiamare la fata delle montagne. Lei sicuramente avrebbe potuto aiutarli. Nessuno però osava uscire di casa, nemmeno le guardie del castello. Per fortuna si presentò un principe che sul suo cavallo partì, da solo, alla volta delle montagne.
Dopo aver cavalcato per un giorno e una notte, arrivò in cima alle montagne. Quando incontrò la fata, rimase a due metri di distanza e le raccontò cosa stava succedendo nel regno. 

La fata seguì il principe, volando nel cielo. Una volta giunta al cospetto del re, sempre a debita distanza, disse:

“C’è una cosa che il mago Corona odia più di tutte: il profumo del sapone!”

“Il sapore?” chiese il re.

“Il sapone! Oh povero il mio re. Siete sordo per caso?”

“No ... è che ... ehm ... non ho mai sentito parlare di questo coso. Ma cos’è ... il sapone?”

Dovete sapere che in quel regno le persone si lavavano le mani soltanto con l’acqua. “E’ una cosa densa, liquida e profumata e serve a lavare le mani. Se le persone lo useranno sempre, il mago non salterà più sulle loro mani, perché odia il suo profumo!” rispose la fata.

“Ma non puoi semplicemente farlo sparire con un colpo di bacchetta magica?”

“Mi spiace ma io posso fare solo magie buone!”

E fu così che in un battibaleno la fata creò dal nulla tante piccole bottigliette di sapone liquido che regalò a tutte le persone del regno. Il re, in aggiunta alle altre, stabilì una quarta regola:

4. “Lavate bene le mani con il sapone, tante volte durante il giorno!”

Tutti quanti fecero quanto ordinato. Il mago non sopportava quel buonissimo profumo di sapone e quindi decise di andarsene lontano per sempre. 

Dopo un po’ di tempo tutti i malati guarirono e più nessuno si ammalò. Le persone si riversarono nelle strade e si abbracciarono piangendo di gioia urlando: “Evviva la vitaaaaa!!!”
Ora i bambini potevano di nuovo andare a scuola e giocare nei parchi. Gli adulti potevano andare a lavorare e passeggiare mano nella mano.

Il re e la regina diede una grande festa nel castello e invitò tutti quanti. Ballarono, cantarono, si abbracciarono e si diedero tanti bacini per una settimana intera. Dovevano recuperare il tempo perso. E a partire da quel giorno, una volta l’anno, ci sarebbe stata la festa degli abbracci, per celebrare la sconfitta del mago Corona ma soprattutto per ricordarsi che un abbraccio è più prezioso che cento botti piene d’oro.

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