di Giuseppe Cotti *
"Così non si può più andare avanti". Il sindaco di Bellinzona, Mario Branda, ha pienamente ragione: il suo discorso tocca peraltro un tema cruciale come quello dell'autonomia comunale, oggi messa sotto pressione come mai prima. Ma da dove proviene questa minaccia? Da lontano.
Già nel 1991, Eros Ratti rifletteva su un’autonomia comunale compromessa da "una poco ortodossa visione della società da parte dei suoi componenti e, per certi versi, nel desiderio sfrenato di far presto per risolvere una serie di problemi per il soddisfacimento delle esigenze della vita."
Ratti osservava come tale atteggiamento avesse dato origine a fenomeni che hanno scalfito le strutture comunali e la loro autonomia gestionale: centralizzazione e burocratizzazione. Oggi, nel 2024, le sue critiche sono più attuali che mai. In molti ambiti, le normative sono divenute sempre più dettagliate e rigide, limitando la flessibilità operativa degli enti locali.
Siamo giunti a un punto di non ritorno? Forse sì. Diventa urgente un’analisi ampia, approfondita e sistematica dell'intero corpus legislativo cantonale per individuare le aree dove la regolamentazione può essere semplificata o ridotta, rispettando il principio di sussidiarietà. Questa esigenza non si limita a una questione di flussi finanziari: è fondamentale per la difesa del sistema federale, garantendo il ruolo fondamentale degli enti locali nella struttura del nostro Stato.
* deputato Il Centro ed ex vicesindaco di Locarno