BELLINZONA – Le autorità cantonali si sono riunite oggi a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona per aggiornare la popolazione circa l'emergenza coronavirus in Ticino. Una conferenza stampa molto attesa dopo gli ampi allentamenti decisi ieri (vedi articoli suggeriti) dal Consiglio Federale. All'incontro informativo hanno preso parte il presidente del Governo Norman Gobbi, il ministro Raffaele De Rosa, il Medico cantonale Giorgio Merlani e il capo dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta Matteo Cocchi.
La conferenza in diretta:
"Non tutte le decisioni sono lineari"
Gobbi: "Il Governo esprime soddisfazione per i dati registrati in Ticino. Finalmente si vede un raggio di sole nel cielo. I dati ci permettono di guardare con maggiore positività all'estate. Dal 4 maggio siamo allineati alla Confederazione. Sul dettaglio delle misure decise ieri dal Consiglio Federale interverrà Cocchi. Non tutte le decisioni sono lineari. Penso, per esempio, alla scelta di riaprire le discoteche mantenendo la chiusura alle 24:00. È la conseguenza di determinate richieste che arrivano. Da sabato saranno ammessi gli assembramenti fino a 30 persone. Il virus non è svanito. I cittadini, durante la fase acuta, hanno dato prova di grande generosità e fiducia alle autorità. Ora sono le autorità a dare fiducia ai cittadini. Al 6 giugno riapriranno in maniera anticipata anche i campeggi. Resta attivo fino al 30 giugno lo stato di necessità in Ticino. I dati epidemiologici confermano una diffusione minima del virus. Ma questo non vuol dire abbassare la guardia. Andiamo avanti con prudenza e responsabilità. Lo slogan della nuova fase sarà 'distanti ma vicini. Proteggiamoci ancora'".
"Decisioni adeguate sulla riapertura delle dogane"
Gobbi: "Le decisioni del Consiglio Federale sull'apertura della frontiera con l'Italia le riteniamo adeguate. Le prossime tappe verranno coordinate, sempre che la situazione dell'epidemia lo permetta. I Cantoni, Ticino in particolare, saranno coinvolti. Sarà importante capire che tipo di controlli sanitari verranno effettuati alle frontiere. Ora ci aspetta la fase più critica. Chi va in montagna lo sa: dobbiamo avere prudenza".
"Preferivo quando Berna...."
De Rosa: "I dati continuano a rimanere incoraggianti anche a fronte delle riaperture. La politica dei piccoli passi e della prudenza ha permesso di schiacciare la curva dei contagi. Il Consiglio federale ha cambiato il registro della comunicazione. Preferivo quando Berna si appellava alla modestia e alla cautela. È importante continuare a chiedere alla popolazione prudenza e attenzione e il rispetto delle misure igieniche. Il Consiglio Federale è consapevole che con questi allentamenti il rischio di percezione si abbassa. Sarà la responsabilità di ognuno a fare la differenza. Teniamo alta la guardia. Abbiamo l'occasione di costruire una nuova normalità imparando a convivere con il virus. Dal 18 giugno, se la situazione dovesse rimanere stabile, saranno mantenuti 15 posti in cure intense, una cinquantina in reparto e alcuni in riabilitazione. Per mantenere il grado di prontezza, vi sono alcune deroghe necessarie ai mandati di protezione. Dal 15 giugno, come comunicato ieri, i centri di primo soccorso ad Acquarossa e Faido saranno di nuovo agibili al cento per cento".
"Nonni e nipoti, si può... ma in tutta sicurezza"
De Rosa: "Il numero dei contagi in casa anziani è vicino allo zero. Ieri, il Consiglio Federale ha detto che i nonni possono tornare ad abbracciare i nipoti. Stiamo lavorando per tornare ad abbracciarsi. Nelle case anziani saranno di nuovo permesse le visite in camera in tutta sicurezza. In questi mesi, la tecnologia ha dato un colpo di mano. Ma è ora di tornare ai contatti protetti a tu per tu".
"Importante l'attività di prossimità"
Cocchi: "Lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta si trova, ancora una volta, ad affrontare un cambiamento nel quadro generale. Tutte le misure decise ieri hanno una conseguenza a livello cantonale. Il nostro supporto alle autorità continua a rimanere invariato. Gli assembramenti salgono a 30 unità. Dal 6 giugno rimangono vietate le manifestazioni sopra le 300 persone e gli assembramenti spontanei sopra le 30. Quando la distanza sociale non può essere garantita devono essere usate le mascherine. E devo dire che, a Nord delle Alpi, la sensibilità non è così acuta. Continuiamo il nostro monitoraggio. Da sabato sarà importantissima l'attività di prossimità al cittadino e dovrà diventare un must anche per quanto riguarda l'estate. Solo in caso di casi particolari si arriverà a delle sanzioni. La responsabilità individuale è la base della ripartenza".
"Si testa molto e si trova poco"
Merlani: "Ad oggi ci sono 3'310 casi confermati, due in più rispetto a ieri. Sono ricoverate 41 persone negli ospedali. Ci sono due persone in terapia intensiva. I decessi sono 348. È importante sottolineare che il virus c'è: nell'ultima settimana abbiamo fatto 294 test e la percentuale di positività è circa dell'1%. Si testa molto e si trova poco perché il virus circola poco. Non vuol dire che il virus non sta circolando. L'11 maggio ho espresso la mia preoccupazione sulle riaperture e, dopo due settimane e mezzo, posso dire che possiamo progressivamente allentare le misure".
18 persone in isolamento e 28 in quarantena
Merlani: "974 persone hanno aderito allo studio sierologico. Ci sono 116 medici coinvolti. Sono stati fatti più di 450 test. L'obiettivo è quello di seguire l'evoluzione a tre/sei/dodici mesi. Quando avremo dati certi saranno comunicati. Il contact tracing si sta rivelando uno strumento efficace. A oggi sono in isolamento 18 persone e 28 si trovano in quarantena. Capisco la voglia di uscire, la condivido: ma dobbiamo ritrovare una normalità con la testa.
Merlani: "Il virus c'è"
Il virus non è sparito: c'è, tornerà e probabilmente farà anche una seconda ondata. Il virus non se ne andrà. Sta a noi convivere con lui e fare in modo che faccia meno danni possibili".
"Rispetto per un virus destinato a rimanere con noi"
Gobbi: "Anche per gli anziani si sta alzando il sole all'orizzonte. Sono segnali positivi. Quando diciamo prudenza non significa avere paura, ma rispetto di un virus che è destinato a rimanere con noi. Riusciremo a gestirlo insieme senza scivolare verso una seconda chiusura delle attività economiche, individuali e sociali. Prudenza e rispetto sono l'antidoto per evitare la seconda chiusura".