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Politica e Potere
07.05.24 - 16:080

Questa sera a Matrioska: “Sgravi per i ricchi o per tutti?”

Al centro del dibattito la controversa riforma fiscale che divide forze politiche e partner sociali. Ecco gli ospiti

“Sgravi per i ricchi o per tutti?”. È il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino, dedicata a uno dei temi più controversi in votazione il 9 giugno: la riforma fiscale. Ospiti di Marco Bazzi: Boris Bignasca (Lega), Simona Genini (PLR) e Oliviero Pesenti (Associazione industrie ticinesi) – favorevoli -; Fabrizio Sirica (PS), Giuseppe Sergi (MpS) e Vincenzo Cicero (sindacato UNIA) – contrari.

La riforma  prevede, in sintesi, un aumento dell’importo deducibile per le spese professionali in due tappe: dagli attuali 2'500 franchi fino a 3'500 franchi a partire dal 2026. La riduzione dell'imposta di successione e donazione per favorire le successioni aziendali. Il plafonamento al 3% dell’aliquota per chi ritira i capitali di cassa pensione. La riduzione dell’imposta sul reddito di 1.66 punti percentuali per compensare l’aumento del moltiplicatore cantonale dal 97 al 100%. Infine, la riduzione progressiva di tre punti percentuali (dal 15 al 12%) dell’imposta sugli alti redditi.

Ed è proprio quest’ultimo punto che divide le forze politiche e i partner sociali: il cosiddetto “regalo ai ricchi”.

IL FRONTE DEL SÌ

In ambito fiscale, ha affermato ieri la deputata del PLR Cristina Maderni alla conferenza stampa del fronte favorevole, non agire significa retrocedere, causando un impoverimento per tutta la società: “Significa perdere i buoni contribuenti, già in netto calo; vedere neopensionati che ritirano il proprio capitale in altri cantoni; assistere alla chiusura di imprese di famiglia, con la conseguente perdita di posti di lavoro. E, infine, più tasse per tutti con il ritorno al 100% del coefficiente di imposta cantonale”.

Da quasi 50 anni, ha evidenziato da parte sua il presidente dell’Associazione delle industrie ticinesi (AITI) Oliviero Pesenti, “siamo fermi al palo, e questo significa perdere posizioni, attrattività e investimenti”.

Si tratta di una riforma moderata e graduale, ma mai così urgente, secondo i favorevoli. E chi vi si oppone, ha sottolineato il consigliere nazionale e presidente dell’UDC ticinese Piero Marchesi, “mira a mettere ancora più le mani nelle tasche dei contribuenti aumentando la pressione fiscale, incassando più soldi da redistribuire: ma la ricchezza prima di prelevarla e redistribuirla va prodotta”. 

Mentre Fabio Regazzi, consigliere agli Stati e presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri, ha affermato che “per alcune categorie di contribuenti il Ticino è un vero e proprio inferno fiscale. Opporsi a questa timida riforma è incomprensibile e irresponsabile, un rifiuto comporterebbe l'ennesimo passo indietro in un contesto che ci vede già penalizzati”.

IL FRONTE DEL NO

Ma, come detto, il fronte del no, composto da PS, MPS, Verdi, sindacati e altre sigle della sinistra, è su ben altre posizioni, e punta il dito soprattutto sugli “sgravi ai ricchi”.

La riforma, sostiene il Comitato “Stop ai tagli”, andrebbe a beneficio di chi guadagna oltre 30’000 franchi al mese - con una riduzione del 20% dell’aliquota per persone con un imponibile di almeno 300’000 franchi annui -  e indebolirebbe le già fragili finanze del Cantone, causando ulteriori tagli nel sociale”. Non solo: “La riforma comporta anche una riduzione generale dell’aliquota (-1,66%), che porterà ad aumentare i moltiplicatori comunali”.

Il 9 giugno, sostengono gli oppositori, sarà una data fondamentale per decidere quale direzione prendere nella politica cantonale: “Vogliamo davvero continuare con regali fiscali ai più ricchi mentre si taglia nel sociale oppure vogliamo una politica solidale capace di rispondere ai bisogni della cittadinanza e un Cantone in grado di affrontare le nuove sfide, come l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico e la precarizzazione del mercato del lavoro?”.

Molto dura la posizione dell’MPS, secondo il quale, di fronte all’attuale contesto socio-economico, “qualsiasi sgravio fiscale rappresenta una dichiarazione di guerra nei confronti di migliaia di salariate e salariati che con fatica arrivano a fine del mese”. Non solo: “L’MPS è convinto che una battaglia difensiva non basti. È ora di costruire un fronte che rivendichi un netto aumento delle imposte: quelle che i ricchi di questo cantone dovrebbero pagare”.

 

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