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Salute e Sanità
01.12.18 - 18:480

L'importanza di saper curare gli anziani. Duri Gianom: "Fratture da operare in massimo 48 ore. E i famigliari rivestono un ruolo chiave per l'indipendenza del paziente"

Intervista al responsabile del servizio traumatologia della Clinica Luganese Moncucco: "Ogni frattura, per gli anziani, è un segnale che il nostro corpo ci sta dando"

LUGANO – In Ticino, come nel resto della Svizzera, l’aspettativa di vita della popolazione cresce in modo vertiginoso. Un dato che, ovviamente, si rispecchia nel sistema sanitario e nelle strutture cliniche, chiamate a potenziare e migliorare i reparti di geriatria.

Alla Clinica Luganese Moncucco, la cura dei pazienti anziani, è un settore su cui la direzione ha investito parecchio e da molto tempo. E l’apertura dello scorso anno dell’ambulatorio di geriatria ne è l'ultima prova tangibile.

Con il Dottor Duri Gianom, responsabile del servizio traumatologia della Clinica, abbiamo parlato in particolare delle fratture di cui sono vittime le persone anziane e dell'importanza della prevenzione.

Dottore, inutile dire che gli anziani necessitano di un trattamento differente rispetto a una persona di mezza età o un giovane…

“Può essere inutile, ma vale la pena ribadirlo. Le persone anziane non possono essere curate e trattate come tutti gli altri pazienti. In Svizzera ci sono sempre più anziani e questo ha portato il sistema sanitario ad avere maggiore riguardo verso questa categoria di persone”.

In quale fascia d’età una persona è considerata anziana?

“Non c’è un limite legale. Generalmente una persona dai 70 anni in su è da considerare come un potenziale paziente geriatrico. Secondo la definizione dei medici specializzati in geriatria comunque determinante non è l’età, ma la condizione di fragilità in cui un paziente geriatrico si trova”.

L’aspetto di prevenzione, per gli anziani, diventa ancora di più fondamentale?

“Assolutamente sì, anche se bisogna essere onesti e dire che la Svizzera fino a qualche tempo fa non dava così importanza a questo aspetto. Gli anziani bisogna monitorarli continuamente. Occorre, ad esempio, insistere con gli esami per verificare che non ci siano fratture in qualche parte del corpo. È un lavoro che deve partire dal medico curante. Presso la Clinica Luganese Moncucco attribuiamo molta importanza alla prevenzione e il nostro team di geriatri lavora in stretta collaborazione con specialisti in ortopedia e chirurgia”.

Ha parlato di chirurghi: quanto è importante essere tempestivi nel caso in cui un anziano necessitasse di un’operazione?

“Molto, molto importante. Noi chirurghi entriamo in campo solo al momento dell’operazione, poi ci affidiamo ai geriatri che svolgono i lavori di pre e post operazione. La maggior parte delle fratture negli anziani sarebbe ottimale operarle in 24 ore, massimo 48 ore, specialmente per quanto riguarda gli arti inferiori. La procedura perfetta vorrebbe che l’anziano che si reca in pronto soccorso venga portato direttamente in sala operatoria. Superati questi limiti di tempo si rischiano complicazioni ...”.

Quali sono le fratture più frequenti tra gli anziani?

“Ce ne sono diverse, tra cui la frattura al femore prossimale, la frattura all’omero, la frattura al polso e al bacino o alle vertebre”.

Le fratture possono essere un campanello d’allarme per gli anziani?

“Certamente. Ogni frattura è un segnale che il nostro corpo ci sta dando. Tendenzialmente si consiglia a chi le ha subite di effettuare un esame per l’osteoporosi, un altro grande tema dell’ortogeriatria”.

Quanto è importante il ruolo dei famigliari e dello stile di vita (alimentazione,ecc) per la gestione delle fratture?

"In Svizzera, i pazienti anziani desiderano vivere a casa propria il più a lungo possibile e un infortunio può mettere in pericolo la loro indipendenza. Dopo la presa a carico delle fratture, se si desidera ripristinare la situazione precedente all’infortunio, i famigliari rivestono un ruolo chiave e hanno una grande responsabilità. L’assistenza e l’aiuto al proprio caro, richiede infatti un investimento di molto tempo e pazienza, cosa oggi non sempre facile in strutture famigliari diverse rispetto a quelle di alcuni decenni fa, in cui diverse generazione vivevano sotto un medesimo tetto. Molti pazienti geriatrici sono poi malnutriti e questo è un problema che rientra nella valutazione geriatrica eseguita all’ingresso del paziente in Clinica. Il corretto regime dietetico deve naturalmente essere continuato anche dopo la degenza".

Quali sono le nuove tecniche di intervento?

"In Clinica lavoriamo con le tecniche più moderne, e queste sono tecniche mininvasive dove le fratture vengono stabilizzate tramite piccole incisioni. Si  evitano cosi dei danni alla muscolatura e ai tendini, facilitando una rapida ripresa della propria mobilità. Un’altra novità sono i mezzi di osteosintesi con vite ad angolo stabile che garantiscono, anche nell’osso osteoporotico, un’alta stabilità e permettono ai pazienti di essere mobilizzati a pieno carico e di tornare in piedi velocemente".

Come è cambiato il mestiere del chirurgo geriatrico?

"Anche se i nostri pazienti sono spesso molto fragili, un atteggiamento troppo conservativo nei confronti del paziente anziano, che non considera un intervento chirurgico, non appare giustificato. I pazienti non hanno infatti molte riserve alle quali attingere e la situazione, se si è bloccati in un letto, non può che peggiorare con ogni ulteriore giorno di immobilità.Il paziente anziano ha bisogno di un chirurgo con lunga esperienza, deciso, che sappia operare con una tecnica all’avanguardia. In più il chirurgo deve essere comunicativo, lavorando in un ambito espressamente interdisciplinare e interprofessionale".

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