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Quarto Potere
06.02.18 - 15:260
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:41

No Billag: è polemica dopo l'ultimo dibattito della RSI. Il fronte del "sì" all'attacco. Quadri: "Trasmissione indecorosa e di parte: mai partecipato a un programma condotto così:". Bühler: "Peggio del previsto: veramente deluso". Reto Ceschi respinge l

Forti contestazioni da parte dei favorevoli all'iniziativa per il modo con cui è stato condotto il confronto: "Sarebbe stato meno parziale se anche i giornalisti si fossero seduti accanto ai sostenitori del “no” ". Il direttore dell'informazione della RSI ribatte: "Il fronte del "sì" ha parlato di più di quello del "no". E abbiamo puntualizzato sui fatti e non sulle opinioni, che sono libere ovviamente"

COMANO - Ha lasciato degli strascichi polemici l’ultimo dibattito sulla No BIllag andato in onda ieri sera alla RSI. Le avvisaglie dello scontro si erano già avute durante la messa in onda di “Democrazia diretta”, con qualche scintilla tra Alain Bühler e Lorenzo Quadri da una parte e uno dei due conduttori del programma, Reto Ceschi, dall’altra.

 

In un paio di passaggi, infatti, i due esponenti del fronte del “sì” avevano manifestato insofferenza per il modo di condurre del direttore dell’informazione. “Ma io devo dibattere con lei o con la controparte?” (Bühler). “Perché non va sedersi tra Branzini e Branda?” (Quadri). Ceschi dal canto suo, oltre a incalzare sui punti dell’iniziativa, rintuzzava in particolare alle critiche alla RSI di fare campagna o informazione di parte. “Posso dimostrarle dati alla mano che non è così”, rivolto all’esponente democentrista. “Lei non ha molta memoria”, a Quadri, quando l’esponente leghista ha accusato la radiotelevisione di aver tenuto una posizione partigiana dopo la votazione del 9 febbraio.

 

Gli iniziativisi, insomma, rimproveravano al giornalista di sostenere la controparte attraverso le continue contestazioni alle loro tesi. Una sensazione condivisa dall’universo pro No Billag che tra ieri sera e questa mattina si è lamentato per come l’emissione è stata condotta. “Era un quattro contro due”, l’osservazione ricorrente. Dove quattro, come facile intuire, è la somma dei due ospiti della prima parte a favore del “no” (Mario Branda e Mauro Baranzini) più i due giornalisti in studio.

 

E all’indomani della messa in onda Quadri e Bühler confermano le critiche, rincarando la dose. “È stato oggettivamente - afferma il Consigliere Nazionale leghista ai microfoni di Liberatv - un dibattito indecoroso e clamorosamente di parte. Non mi è mai capitato di prendere parte a una trasmissione condotta in questa maniera. In pratica, oltre ai nostri avversari, abbiamo avuto una controparte in più da fronteggiare: i due giornalisti. Sarebbe stato meno parziale se anche i conduttori si fossero seduti accanto ai sostenitori del “no”. E non ci si aggrappi alla scusa che noi abbiamo potuto parlare un paio di minuti in più...“.

 

“A me e a Bühler - prosegue Quadri - sono state poste una serie di domande con le relative contestazioni, e questo ci sta. Ai contrari all’iniziativa, invece, sono stati rivolti solo quesiti in cui venivano ripetuti gli slogan della campagna del “no”. Tipo: è vero che se passa l’iniziativa la RSI chiude? Il dibattito è stato insomma trasformato nell’ennesimo strumento di propaganda per fare il lavaggio del cervello alla popolazione. Così facendo, però, si fanno del male da soli, perché a causa di questa continua propaganda gli elettori cominciano a insospettirsi. Quando hai bisogno di essere così di parte e così arrogante, infatti, dimostri solo di avere la coda di paglia lunga un chilometro e di essere a corto di argomenti”.

 

Per Quadri, tuttavia, il dibattito di ieri sera rappresenta solo la punta dell’iceberg: “Il problema è che sono mesi e mesi che tutta la RSI sta facendo una campagna spudorata contro l’iniziativa, utilizzando ogni strumento di propaganda possibile e immaginabile. Comprese iniziative per auto incensarsi come le porte aperte e le manifestazioni di piazza. Il dibattito di ieri sera rappresenta solo la conferma che la radiotelevisione è incapace di garantire l’equidistanza e di fare vero servizio pubblico. Sapevamo in partenza che non potevamo attenderci una trasmissione equilibrata, ma certo ci saremmo almeno aspettati una maggiore equanimità e professionalità”.

 

Dello stesso tenore il commento di Alain Bühler: “Non sono sorpreso perché sapevamo di andare nella tana del lupo. Però è vero che il dibattito di ieri sera si è rivelato peggiore del previsto. Sono veramente deluso per il modo con cui è stata gestita questa trasmissione. Al fronte del “no” ponevano solo domande per farsi dare ragione. Si è purtroppo ancora una volta dimostrato che i giornalisti della RSI non riescono a mantenere la neutralità necessaria”.

 

Reto Ceschi, contattato per una replica, respinge al mittente la contestazione di fondo di Quadri e Bühler: quella di aver condotto parteggiando apertamente per il fronte del “no”. Innanzitutto, il direttore dell’informazione della RSI, sottolinea che il fronte del “sì” ha avuto più minuti per esprimersi rispetto agli oppositori. Un’osservazione che aveva già fatto ieri sera al termine della diretta, chiosandola con una battuta: “È la generosità del servizio pubblico”.

 

Quanto al merito delle contestazioni, Ceschi osserva di essersi limitato a “puntualizzare i fatti e non le opinioni, che sono libere ovviamente”. “Durante il dibattito - prosegue il giornalista - abbiamo chiesto conto a chi vuole un cambiamento radicale, il fronte del “sì”, come questo cambiamento se lo immagina. E di conseguenza abbiamo posto sul tavolo della discussione elementi come le aste periodiche per accaparrarsi le concessioni, il futuro della SSR e della RSI, la fine del servizio pubblico e le ricadute economiche per il Canton Ticino, anche considerando i posti di lavoro in gioco”.

 

Quanto, infine, alla critica di aver posto domande accondiscendenti al fronte del “no” e di contestazione a quelli del “sì”, Ceschi ribadisce: “Sono quelli del “sì” che chiedono il cambiamento. È quindi normale che il pubblico voglia sapere da loro che cosa cambia, come si cambia, in quanto tempo si cambia. A chi, viceversa, si batte per lo status quo abbiamo posto delle domande per spiegare perché la situazione attuale funziona bene”.


AELLE

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