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03.02.20 - 17:370

Con Maxi B dentro Sanremo. "L'anno scorso azzeccai Mahmood, adesso amo i Pinguini Tattici Nucleari e tifo Rita Pavone"

"Del Festival amo anche i commenti su Twitter, il mood dello spettegolamento. Ma non scordiamoci le canzoni", ci dice il conduttore radiofonico e rapper, che è molto duro con Junior Cally. "Vuoto e materialista come quasi tutto il trap di oggi"

SANREMO – Il Festival è musica ma è anche coté, e Maxi B, conduttore radiofonico di Radio 3iii ma anche rapper, ammette che “mi è sempre piaciuto il Festival, soprattutto con l’avvento dei commenti di Twitter: mi appassiona ancora di più, si crea un bel feeling, parlando anche di come sono vestiti, come presentano, come cantano. È bello spettegolare, entrare nel mood gossip, commentando l’evento per quel che è, uno show”.

“Ma sono contento di ascoltare canzoni nuove”, prosegue, e mostra la sua profonda conoscenza dei cantanti in corsa e della musica tout court.

Ci fai una panoramica dei cantanti in gara?

“Mi sono innamorato dei Pinguini Tattici Nucleari. All’inizio è stato amore per il nome, un gruppo che si chiama così o è geniale o è un flop: ho cominciato a spingerli parecchio in radio, per me per come si chiamano sono vincitori morali. Poi ho ascoltato la loro musica e l’ultimo album mi ha sorpreso parecchio, i testi sono molto belli, con immagini notevoli, dunque mi aspetto parecchio, una canzone solare che colpisca subito. Rancore è uno di coloro che usa il rap sotto l’aspetto sociale, aveva cantato con Silvestri. È ostico come melodia ma bravo coi testi. Sono curioso di sentire Achille Lauro, è stato inondato di polemico però ha avuto un anno musicale molto positivo. Mi piace molto Anatasio, esce dai talent, c’è comunque una sua versione di Generale che per me è stupenda. Ho visto che c’è il ritorno di Morgan, dunque mi aspetto qualcosa di psichedelico. Elodie è la nuova reginetta del pop, sta uscendo con molti singoli, presumo porterà un tormentone. C’è il classico ritorno di Masini, che quando arriva a Sanremo porta canzoni di un certo spessore, pensiamo all’Uomo Volante. Sono curioso anche del ritorno delle Vibrazioni, vedremo se porteranno un rock che può ancora scalare le classifiche. Non dimentichiamoci della nostra concittadina…”.

Parli di Rita Pavone, ovviamente.

“Sì, con questa voce incredibile che rimane graffiante. Conosco molto bene il figlio che ha scritto il testo, sono molto contento che sia potuto essere autore della canzone, ha talento, è un bravissimo ragazzo, tifo per loro. Ci sono molti altri, Francesco Gabbani che però ho paura resterà nel limbo del dopo Occidentali’s Karma. Abbiamo anche una vecchia conoscenza, Piero Pelù, da cui mi aspetto un bel rock anni ’90, quello della mia generazione a cui sono legato, spero in un pezzo alla Litfida, secondo me se va a Sanremo ha qualcosa da dire. Levante è un’artista che molti conoscono perché ha fatto il giudice a X Factor, però è un’autrice di tutto rispetto. È un’incognita, è brava a fare singoli radiofonici ed anche a scrivere cose interessanti, potrebbe essere un giusto connubio. Non capisco invece la scelta di Elettra Lamborghini, credo sia per attirare le giovani generazioni”.

Cosa pensi delle polemiche pre Festival? Ogni anno ci sono ma questa volta siamo andati oltre, no?

“Quel che ha detto Amadeus è stato ingigantito più di quel che era però ci sta, è nell’ordine delle cose. ha raccolto un testimone importante (da Baglioni, ndr), è il 70esimo, Sanremo fa sempre parlare. Credo che Amadeus fosse preparato e che tutto sia stato un buon lancio per questi giorni, non credo lui sia rimasto sorpreso”.

Dunque, se non fosse stata la frase di Amadeus sarebbe stato altro…

“Infatti ci sono i testi di Junior Cally che stanno facendo un po’ sobbalzare dalle sedie. Non è una novità per me, è tutto un filone della trap italiana, sono il primo a non esserne fan ma i ragazzi vogliono questi e Amadeus vuole attirare anche i super giovani, dunque è andato a catturare un nome che tra loro funziona. Che i testi non siano politicamente corretti si sa, non credo porterà qualcosa di diverso. Le canzone purtroppo sono molto vuote, materialiste”.

Non è un giudizio lusinghiero sulla musica e sui giovani d’oggi, il tuo

“Purtroppo è uno specchio. Il rap si è svuotato di parole, si privilegia una simil melodia, non sono cantanti ma intonano. Togliendo le parole hanno tolto significato, materia prima, protesta, non per forza di denuncia bensì anche di descrizione del mondo esterno. ora vivono in un loro universo, parlano di quattro cose abbastanza futili e viaggiano così. L’unico che va in un’altra direzione è Marrakesch, che ha fatto tre dischi di platino per cui speranza c’è ancora”.

A Sanremo è più importante vincere o portare una canzone che vada forte nei mesi successivi?
“Per me conta non tanto partecipare ma farlo nel modo giusto, portando una canzone che poi possa farti fare un anno discografico interessante, possa destare la curiosità delle persone, in modo da suonare dal vivo. E lo dico per chi è a inizio carriera o ha una carriera un po’ ferma. Sanremo dovrebbe essere una vetrina per questo, un bel testo ma appetibile per più gente persone”.

Approvi la tradizione delle cover, canzoni datate da far conoscere alle nuove generazioni?

“A me piace, anche perché quando sono azzeccate sono belle, penso ad una della Michielin di Battisti, che non è per nulla evidente da rifare, come Mina o Giorgia. Se gli artisti si impegnano può uscire qualcosa di bello”.

Se dovessi puntare dieci franchi su chi lo faresti?

“Lo scorso anno azzeccai Mahmood dopo aver sentito la canzone! Quest’anno è dificile. Punto ancora sui Pinguini Tattici Nucleari, capisco che è un azzardo, hanno alle spalle un certo tipo di percorso non comunque sufficiente. Difficile comunque pronosticare: ricordiamoci che ci saranno lo show, Fiorello, Ferro, soprattutto le canzoni”.

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