*Marcello Monighetti
Oramai è assodato, il settore del turismo, unitamente al primario, dovrebbe essere quel vettore in grado di mantenere entro certo limiti, o addirittura accrescere la nostra economia e non solo. Il comune di Blenio, attraverso iniziative proprie e con dei cospicui aiuti ad alcune associazioni private si sta muovendo nella giusta direzione.
Paradossalmente assistiamo per contro a una costante erosione di esercizi pubblici, nel caso specifico mi riferisco alla chiusura dell’albergo Olivone-Posta, un elemento storico e fondamentale non solo per il turista di passaggio, ma anche per la quotidiana vita dei cittadini residenti. Il 13 novembre scorso ho avuto il dispiacere di partecipare all’assemblea della
“Cooperativa Albergo Olivone&Posta”, dove unitamente ai soci e ad alcuni membri dell’Esecutivo e del Coniglio Comunale di Blenio, ci è stato presentato l’ennesimo studio di fattibilità per una possibile riapertura dell’Albergo Posta, attraverso il solito progetto faraonico, studiato e formulato da chi rimane lontano dalle nostre realtà locali, comunque ben retribuito (34'248.60 fr), il tutto naturalmente farcito da idee e sprazzi di fantasia per un investimento preventivato in 8 milioni di franchi!
Il resto delle premesse formulate dallo studio sono argomenti oramai conosciuti e scontati per chiunque. Non intendo puntare il dito verso chi ha svolto il suo mandato in maniera professionale, malgrado non abbiano preso in considerazione una chiusura durante i periodi di scarsa affluenza. La critica è rivolta ai responsabili della cooperativa che con il consenso delle autorità cantonali ha scialacquato soldi pubblici attraverso un mandato di studio molto discutibile, viste le condizioni difficili in cui versa la stessa cooperativa.
La situazione in cui versa la cooperativa può essere riassunta in quattro punti:
A questo punto dobbiamo veramente sperare nell’iniziativa privata, ma il segnale che la cooperativa ha lanciato di certo non è positivo nei confronti di chi vorrebbe assumersi l’acquisto, la ristrutturazione e soprattutto la gestione dell’albergo. Il problema assume una certa urgenza, tutti sappiamo quanto sia rapido il deterioramento di uno stabile disabitato,
il rischio di ritrovarci con un edificio fatiscente nel bel mezzo di Olivone è concreto.
L’esercizio di apertura durante la stagione estiva del 2018 secondo le cifre pubblicate dalla cooperativa, ha generato delle perdite tanto da dover rendere necessario un rianticipo da parte della cooperativa di 70'000.-fr. per la gestione dell’albergo.
Qualsiasi investitore alla luce di quanto emerso se la darebbe a gambe levate, ma la situazione concernente il turismo in alta valle di Blenio non può essere dedotta da quanto appare in questa triste vicenda.
A conferma di ciò cito a titolo di esempio positivo l’andamento dei rifugi e delle capanne in alta valle. Cifre alla mano le tre capanne poste ai limiti dell’altopiano della Greina nel periodo di apertura di 4 mesi, durante l’estate 2018 hanno registrato 12'000 pernottamenti! Non conosco nel dettaglio le cifre che riguardano la zona del Lucomagno, ma di certo sono cifre interessanti, e il trend è in aumento.
Una buona parte di questi escursionisti sono transitati e transitano anche ad Olivone. In questo senso vorrei lanciare un segnale positivo verso chi ancora crede nella rinascita di questo importante e storico albergo.
*Consigliere comunale di Blenio