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Analisi
25.02.21 - 18:490
Aggiornamento: 26.02.21 - 17:15

Grazie ai nostri medici, altro che terroristi!

L'atto di vandalismo compiuto contro la sede dell'Ordine dei medici, dovrebbe consigliare a certi piromani di tenere a bada la lingua: è osceno il populismo su una crisi sanitaria

di Andrea Leoni

Le scritte vandaliche apparse stamani sulla sede dell’Ordine dei medici sono un atto simbolico che deve far drizzare le antenne e consigliare a taluni di tenere a bada la lingua. Si moltiplicano infatti in Svizzera gli attacchi e le minacce contro i responsabili sanitari della crisi, tanto da spingere le autorità preposte a rafforzare le misure di protezione personale.

Nel mirino ci sono principalmente gli uomini della task force federale e il ministro Alain Berset. Anche in Ticino alcuni medici ticinesi impegnati in prima linea nella lotta al Covid, e quindi esposti mediaticamente, sono stati oggetto di espressioni ed episodi offensivi e minacciosi. La loro colpa? Quella di dare brutte notizie, frutto della testardaggine dei numeri e di un virus che continua a circolare nel nostro Paese, mentre alcuni passano le giornate a raccontare il mondo di Fantasia.

Dopo un anno di pandemia la stanchezza e la frustrazione dei cittadini è sempre più palpabile. A questa si aggiungono la rabbia e la disperazione di coloro che stanno pagando la crisi più duramente, gli aiuti economici che tardano ad arrivare o che risultano insufficienti, l’ansia di perdere il lavoro o di veder messa in pericolo l’attività di una vita. Al posto che sostenere queste persone, dando risposte concrete e incanalando il loro disagio in un argine democratico, c’è un gruppo di piromani in servizio permanente il cui unico passatempo  è quello di gettare benzina sul fuoco.

Attenzione, non parliamo qui di chi muove critiche ragionate, oneste e anche dure, ad esempio su una strategia vaccinale finora assai deludente, o di chi propone opzioni per accelerare l’uscita dal sconfinamento o per migliorare la strategia sanitaria attraverso i test. Tutto questo è benvenuto ed è essenziale in una democrazia. No, qui parliamo dei demagoghi che straparlano di dittatura sanitaria, degli apprendisti stregoni che pensano di cancellare il virus raccogliendo le firme, dei pifferai che utilizzano un linguaggio ingannevole e indecente, proponendo ricette false e parallelismi macabri tra i morti veri, quasi 10’000 vite strappate per sempre ai loro affetti, e “quelli del lockdown”.

Intendiamoci, nessun attore che ricopre un ruolo pubblico deve essere immune dalle contestazione. E gli specialisti della task force, così come altri esperti del settore sanitario svizzero e ticinese, ci hanno messo del loro nell’esporsi ai rimproveri, attraverso una comunicazione torrenziale e non di rado contraddittoria. Ci sono stati eccessi di protagonismo. Errori che tuttavia non giustificano in alcun modo in linciaggio a cui taluni vengono quotidianamente sottoposti.

Stuzzicare, giochicchiare, fomentare questa bomba sociale, è da irresponsabili. Fare del populismo su una crisi sanitaria è osceno. Additare a nemici o affamatori del popolo gli scienziati, i medici o i Berset, significa esporre queste persone a un pericolo serio, di questi tempi, e soprattutto intimidire e indebolire la nostra prima linea, la nostra trincea, l’avamposto senza il quale crollerebbe tutto. Qual è la prima cosa che chiediamo a un medico se non di dirci la verità anche se può essere sgradevole?

Val qui la pena ricordare che da un anno a questa parte, questa gente si è fatta il mazzo 24 ore su 24 e sette giorni su sette per salvare quanta più vite possibili. Ci siamo già dimenticati gli ospedali stracolmi di pazienti, gli infermieri stremati dopo turni massacranti e gli applausi sui balconi?  Ci siamo già scordati gli obitori ingolfati dai troppi morti, perché mentre gli esperti questo autunno invocavano le chiusure la politica giocava a rimpiattino nell’assunzione delle responsabilità tra Cantone e Confederazione?

Ma che razza di politica è quella che, senza un briciolo di riconoscenza e di onestà intellettuale, si dimentica questi ricordi ancora bagnati  per accaparrarsi un pacchetto di consensi a basso costo, con un cinismo che mette i brividi? Facile così, bravi!. Facile dire a una popolazione stremata “apriamo tutto, subito, domani mattina, si può”, quando tutti sanno che è impossibile farlo. E poi quando inevitabilmente ciò non avviene, si punta il dito con veemenza verbale, indicando al popolo i colpevoli: prendetevela con loro. Che coraggiosi, che forti, che grandi che siete!

Come se all’interno del Consiglio Federale o della task force ci fosse qualcuno che ci gode, o che trae qualche profitto, dal prorogare alcune chiusure. Come se Alain Berset non sarebbe il più felice della Svizzera se potesse annunciare: “Cari concittadini, è finita, tornate alla vita di prima!” E invece non può farlo e far credere che non vuole farlo, è politicamente disgustoso.

Quasi che i nostri scienziati o i nostri governanti siano promotori di strategie inedite e stravaganti rispetto ai Paesi che ci circondano. Guardate cosa fa Boris Johnson in Gran Bretagna, nonostante abbia già vaccinato oltre 20 milioni di persone. O Bibi Netanyahu in Israele. O la signora Merkel in Germania. Giusto per citare tre leader di centrodestra che non sono dei pericolosi socialisti come il nostro ministro della sanità.

Siccome ad essere stata presa di mira è la sede dell’Ordine dei medici, val la pena spendere due parole di verità su questa organizzazione e sul suo presidente. Franco Denti è un burbero, talvolta va lungo nelle dichiarazioni e i suoi trascorsi politici gli hanno attirato più di un’antipatia, ma tutti i ticinesi dovrebbero essergli riconoscenti per l’enorme lavoro svolto insieme ai suoi colleghi nell’ultimo anno a favore della comunità. È stato lui, giusto 12 mesi fa, il primo a lanciare l’allarme pubblicamente su quello che ci stava per arrivare addosso, mentre altri si chiedevano ancora cosa stesse succedendo. È stato lui, insieme a Christian Garzoni, a firmare un appello all’inizio dell’autunno per allertare la politica sulla violenza della seconda ondata e sulla necessità di agire tempestivamente (inascoltati). Se la popolazione ticinese ha potuto profittare di presidi sanitari sul territorio come i checkpoint è grazie all’OMCT. Lo stesso vale per la telemedicina, grazie a un’intuizione di Tiziano Moccetti. Così come è grazie anche al contributo dell’Ordine dei medici se in Ticino abbiamo un piano logistico di vaccinazione tra i migliori in Svizzera, frenato soltanto dall’assenza dei medicamenti, e non è per colpa nostra. E si potrebbe continuare con l’elenco.

Grazie quindi all’Ordine dei medici e a Franco Denti. Grazie al medico cantonale Giorgio Merlani e a tutti i componenti della cellula sanitaria. Grazie alla Clinica Moncucco, all’Ente ospedaliero cantonale e a tutti i sanitari che continuano a battersi contro la pandemia. Altro che terroristi….

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