di Andrea Leoni
Se i sondaggi sono buoni - e solitamente quelli realizzati dall’ingegner Pisani lo sono - è probabile che la domenica elettorale regali le stesse emozioni della campagna che sta per concludersi: nessuna. Almeno per quanto riguarda l’attribuzione dei seggi in Governo, previsti a fotocopia rispetto a quanto accade dal 2011. L’unico brivido potrebbe essere regalato dal candidato eletto in casa PPD: l’inchiesta demoscopica commissionata dal Gruoppo del Corriere del Ticino dice che il duello tra Beltraminelli e De Rosa non è ancora risolto, anche se il ministro uscente è in vantaggio.
Per i molti commentatori si preannuncia dunque una domenica in cui toccherà friggere l’aria, consumando inchiostro e parole per riempire pagine e spazi temporali. E di conseguenza, per i pochi appassionati di politica, non vi saranno grandi analisi alle quali affezionarsi per poi dibatterle al bar o in ufficio il giorno dopo. Le uniche tesi rischiano di essere di natura molto tecnica, da pipponi tra addetti ai lavori: se la l’alleanza Lega-UDC risulterà prima e la scheda senza intestazione sfonderà il tetto del 20%, ad esempio, sarà evidente a tutti che molti cittadini votano già con una forma mentis da maggioritario. Si annunciano altresì i soliti piagnistei legati alla partecipazione, che potrebbe calare in maniera significativa.
Ma se il primo tempo della partita arrischia seriamente di annoiare gli spettatori, il secondo potrebbe regalare diverse sorprese interessanti. Lunedì, infatti, quando verrà scrutinato il nuovo Gran Consiglio, è lecito attendersi una giornata piuttosto vivace. Durante la campagna elettorale, come sempre, si è discusso poco del Parlamento. Ma se un tempo l’elezione del legislativo era, per così dire, un’appendice del voto per l’Esecutivo, oggi non è più così. L’ultima legislatura lo ha chiarito molto bene, sia nelle continue fratture parlamentari, sia, in particolare, nei difficili rapporti tra Consiglio di Stato e Gran Consiglio.
E sul nuovo Parlamento le incognite non mancano, anche perché non esistono sondaggi: nessuno sa come tira il vento. Chi sarà il partito di maggioranza relativa: si confermerà il PLR o ci sarà il sorpasso della Lega? Nel lato destro dell’emiciclo occhi puntati anche sull’UDC: il partito del presidente Marchesi marcerà sul posto o i seggi cresceranno? E chi sarà eletto? Come è noto ballano diverse cadreghe e c’è parecchio nervosismo. La domanda, alla fine, sarà sempre la stessa: l’alleanza con la Lega porterà qualche vantaggio anche per i democentristi o ne beneficeranno solo in via Monte Boglia?
Spostandoci al centro, bisognerà monitorare il numero dei seggi sia del PLR che, soprattutto, del PPD. Gli azzurri, infatti, rischiano anche in questa tornata elettorale di lasciare scranni sul campo. Stessa sorte, e andiamo nel campo della sinistra, che potrebbe toccare anche al PS, che di deputati ne ha già pochini: 13. A proposito: l’MPS dopo una legislatura sotto i riflettori riuscirà ad affiancare almeno un deputato a Matteo Pronzini? E tra i piccoli bisognerà capire se Montagna Viva e il Partito Comunista sapranno conservare il seggio, oppure lo perderanno a vantaggio di altre forze politiche già presenti in Parlamento o di nuove liste, come Più Donne.
Un discorso a parte, infine, lo meritano i Verdi. Le elezioni nel resto della Svizzera ci raccontano di un’onda ecologista, figlia legittima delle recenti mobilitazioni sul clima. Riuscirà questo cavallone verde a scavalcare il Gottardo? Le sensazioni sono positive e ciò si potrebbe tradurre in una crescita del gruppo parlamentare. Anche se, dopo le vicissitudini all’ultima legislatura, la conferma di cinque deputati in Gran Consiglio sarebbe per i Verdi un risultato non da poco.