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Salute e Sanità
07.07.22 - 13:280

Peste suina africana: così il Ticino si protegge

Approvato dal Consiglio di Stato lo scorso 28 giugno il “Manuale operativo” sulla gestione della malattia nei maiali e nei cinghiali. A realizzarlo, un gruppo di lavoro istituito ad hoc alla luce dell’evoluzione epidemiologica della malattia

BELLINZONA - La peste suina africana (PSA) è una malattia altamente contagiosa che colpisce gravemente maiali e cinghiali, generalmente portandoli alla morte. Finora non è stata riscontrata in Svizzera, ma la sua crescente diffusione in Italia e in Germania aumenta il rischio di ingresso della malattia nel nostro Paese.  

Alla luce di questa evoluzione, il Consiglio di Stato nel febbraio scorso ha incaricato un gruppo di lavoro di analizzare gli scenari futuri e elaborare un piano di azione. Le riflessioni e le indicazioni scaturite sono contenute nel “Manuale operativo sulla gestione della peste suina africana nei suini domestici e nei cinghiali”, consegnato e approvato dal governo nella seduta del 28 giugno 2022. È stato al contempo deciso di trasformare il gruppo di lavoro in un gruppo di accompagnamento, per continuare a monitorare la situazione e al contempo proseguire nei lavori di prevenzione alla malattia, così come quelli necessari a preparare l’arrivo della PSA sul nostro territorio, che appare ormai scontato.  

Se nei casi di focolaio all’interno di un allevamento di suini domestici i protocolli sono già definiti e vengono già regolarmente esercitati, in collaborazione con la protezione civile, occorre ora mettere in atto quanto previsto dal Manuale operativo per quanto concerne i cinghiali.

Le misure si suddividono in due fasi: quella preventiva, nella quale ci troviamo ora, e quella di intervento, cioè alla comparsa della positività al virus.  

La fase di prevenzione prevede fra l’altro di rafforzare l’informazione affinché la popolazione possa adottare i comportamenti corretti e ridurre così il rischio di importare il virus. È stato realizzato del materiale informativo reperibile sul sito dell’Ufficio del veterinario cantonale. Attualmente, è bene ricordarlo, in caso di ritrovamento di carcasse vi è l’obbligo di notifica al citato Ufficio.  

La fase di intervento, alla comparsa del primo caso di positività alla PSA, prevede una serie di misure, con la definizione della zona ritenuta a potenziale di diffusione del virus e le relative azioni per contenerlo. I cinghiali all’interno del perimetro devono essere lasciati tranquilli, affinché non si spostino e quindi diffondano ulteriormente il virus. Viene ordinato quindi il divieto di caccia e di utilizzo del bosco nella zona stabilita, come anche l’obbligo di rimanere sui sentieri e di tenere i cani al guinzaglio.  

Affinché la prevenzione e il contenimento della malattia possano avvenire con successo è necessaria la collaborazione di tutta la popolazione e dei numerosi enti e partner attivi sul territorio. Il Consiglio di Stato è convinto di poter contare sull’impegno e la ragionevolezza di tutti, a salvaguardia della salute degli animali e delle conseguenze che hanno un impatto sull’intero ecosistema.    

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