LUGANO - La Clinica Luganese Moncucco ha presentato oggi il resoconto dell’esercizio 2020. La pandemia ha segnato e monopolizzato l’attenzione e le risorse della struttura, che è comunque riuscita, almeno in parte, a mantenere salda la propria progettualità. Proprio alla Moncucco sono stati diagnosticati e presi in cura i primi due casi di Covid in Svizzera, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2020. E la struttura e il personale hanno affrontato con flessibilità la conversione in Centro Covid del Cantone durante le ondate pandemiche.
"ABBIAMO FATTO IL NOSTRO DOVERE"
“Posso dire che abbiamo fatto il nostro dovere, e aggiungere che forse siamo andati anche oltre il nostro dovere – dichiara il direttore Christian Camponovo a liberatv -. Ma l’abbiamo fatto con convinzione e decisione, perché offrire il nostro sostegno agli ammalati è la nostra ragion d’essere. Abbiamo curato quasi la metà dei pazienti ticinesi ricoverati a causa del virus, e adesso guardiamo al futuro e ci prepariamo al ritorno a una sostanziale normalità”.
UN ANNO DIFFICILE
È stato un anno difficile per la Clinica e per i suoi oltre 800 collaboratori e collaboratrici che, rileva Camponovo, hanno lavorato con dedizione e straordinario impegno: “Sicuramente la gestione della pandemia ha inciso sul personale, che però ha reagito bene e si è messo a disposizione in modo esemplare. Poi, è chiaro, alla lunga la fatica si è fatta sentire, anche perché la seconda ondata va avanti da inizio ottobre e non è ancora finita”.
Ma la fatica e il logorio non hanno fermato l’impegno della Moncucco sul fronte sanitario: “Continuiamo a garantire le prestazioni mediche e abbiamo iniziato a discutere con il Dipartimento della sanità su come gestire in futuro la malattia, che probabilmente sarà sempre più simile a un’epidemia influenzale. Ma sappiamo che anche l’influenza provoca vittime e ricoveri. Bisognerà quindi essere pronti a gestirla”.
Oggi alla Moncucco un reparto e diversi letti di cure intensive rimangono dedicati ai pazienti Covid. Negli ultimi mesi i numeri sono diminuiti, ma questa mattina c’erano ancora una trentina di pazienti ricoverati, quattro dei quali in cure intensive. Il carico di lavoro sul fronte della pandemia rimane dunque importante.
DELL'AMBROGIO: "PERFETTA INTESA TRA PRIVATO E PUBBLICO"
L’emergenza Covid ha avuto senza dubbio un effetto rilevante e caratterizzante l’intero svolgimento e bilancio dell’anno appena concluso. Lo ha ricordato nel suo intervento anche il presidente del Consiglio di amministrazione, Mauro Dell’Ambrogio: “Il Ticino e la nostra struttura, sono stati tra i primissimi dopo la Cina, dalla quale era difficile avere informazioni certe, e la Lombardia, che inizialmente mostrava cosa e quanto poteva andare storto, a doversi confrontare con questo nuovo virus. Non saranno mai ringraziati abbastanza le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori che hanno reso possibile fare così tanto, così in fretta e così bene”.
Sul fronte politico, Dell’Ambrogio ha sottolineato “la perfetta intesa tra la nostra Clinica e l’ospedale La Carità di Locarno, sedi esclusive per la cura dei pazienti COVID-19. A riprova che professionisti giusti, al posto giusto, nel momento giusto fanno la differenza. Questo evidenzia la complessa realtà del nostro sistema sanitario, permettendo di superare la contrapposizione tra pubblico e privato”.
E ha concluso: “La nostra Clinica opera da oltre un secolo nell’esclusivo interesse dei pazienti e della pubblica utilità”.
NON SOLO COVID
Ma, come detto, nonostante la pandemia, non è mai venuta meno la capacità di progettare e sviluppare il futuro: gli impegni formativi presi, nel limite del possibile, sono stati mantenuti, e nuovi progetti hanno preso il via.
“Nel corso del 2020 l’infrastruttura di cure intensive – anche grazie a donazioni private – è stata potenziata, ed è stato rafforzato il Pronto soccorso anticipando di un anno quanto già era stato previsto: l’apertura del servizio 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno”, spiega Camponovo.
“Importanti sono stati anche i passi e gli investimenti compiuti nel campo del trattamento dei tumori del tratto gastrointestinale che hanno portato al rafforzamento delle competenze nel campo dell’oncologia medica, della gastroenterologia e della chirurgia viscerale. A uscire consolidati dal 2020 sono anche il trattamento delle fratture dell’anziano, grazie all’importante certificazione ottenuta, e più in generale tutta la traumatologia. Rilevante è stato anche l’impegno profuso dal nostro personale sanitario nella ricerca medica sul SARS-CoV-2, che ha portato ottimi riscontri da parte del mondo scientifico nazionale e internazionale. Proprio in questo ultimo ambito, per onorare i risultati ottenuti e per gratificare l’impegno personale e collettivo di molti collaboratori, nel rapporto d’esercizio del 2020 la nostra Clinica ha inserito un rapporto scientifico, che di fatto consolida quanto fatto e permette di aprire un nuovo capitolo della lunga storia della struttura”.
Globalmente, lo scorso anno, la Moncucco ha accolto circa 6'700 i pazienti ricoverati. Oltre 21'000 sono stati invece i casi trattati ambulatorialmente.
“L’indice di gravità dei casi (indice di Case Mix) è aumentato in modo notevole, attestandosi a 1.261, a riprova che la Clinica può riconfermarsi con orgoglio un istituto di cura in grado di gestire casi particolarmente complessi”, si legge nella nota stampa diramato dall’istituto.
IL RISULTATO FINANZIARIO
Anche sul fronte della formazione l’attività è proseguita nonostante la pandemia, si legge ancora nella nota stampa: “Malgrado i forti vincoli posti agli spostamenti e all’accesso alla Clinica la struttura è riuscita – in piena sicurezza – a garantire a 215 persone, tra le quali troviamo apprendisti, allievi nel settore sanitario, medici in formazione e collaboratori in specializzazione, l’avvio o la continuazione di un percorso di formazione”.
Sul fronte finanziario, infine, “il 2020 ha segnato un utile d’esercizio di poco inferiore a due milioni e mezzo di franchi, a riconferma che la Moncucco è un’azienda finanziariamente solida, malgrado le tariffe applicate siano tra le più basse in Svizzera e nonostante l’anno appena trascorso sia stato particolarmente difficile. Questo risultato permette di distribuire, per il tramite del Fondo Coronavirus e delle due Fondazioni azioniste, importanti finanziamenti di pubblico interesse contribuendo allo sviluppo scientifico e sociale del nostro territorio e non solo.
L'ANNO PEGGIORE DEGLI ULTIMI DIECI
Il 2020 è stato l’anno peggiore degli ultimi dieci, osserva Camponovo, “ma si è chiuso meglio di come ci si poteva aspettare. Anche grazie al fatto che una parte degli ingenti costi legati al Covid – parliamo di circa tre milioni e mezzo di franchi – sono stati riconosciuti dal Cantone. Sulla parte ancora scoperta attendiamo le decisioni del Governo. Ma sia chiaro che non abbiamo avanzato alcuna pretesa per la sospensione delle attività elettive nei mesi cruciali della pandemia”.
Nell’ottica di garantire la massima trasparenza, la Clinica ha pubblicato anche il bilancio di fine esercizio e il conto economico.
IL PROGETTO SANTA CHIARA
Sempre in visione futura, la Moncucco ha presentato un’offerta per rilevare la Clinica Santa Chiara di Locarno. E Camponovo conferma l’interesse: “Per noi si tratta di un progetto di sviluppo, ma non ne vogliamo fare un’operazione speculativa. Ci crediamo, e per questo abbiamo formulato un’offerta. Starà agli azionisti, che sono anche medici, valutarla. L’obiettivo è rilanciare la Santa Chiara, permettendoci di coprire due regioni diverse, Luganese e Locarnese, e creando sinergie tra i due istituti”.