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Politica e Potere
27.11.22 - 08:570
Aggiornamento: 10:57

Quadri e le misure in caso di penuria di energia. "E manca la doccia in due, una dimenticanza?"

Il Consigliere Nazionale leghista entra a gamba testa su quanto deciso da Berna, a partire dalla questione dei veicoli elettrici sino ai controlli: "Arriveremo alla delazione tra vicini di casa?"

BERNA - Misure definire ridicole e difficili da controllare, oltre al fatto che manca la doccia in due che tanto aveva fatto discutere (e anche sorridere). Lorenzo Quadri boccia le misure del Consiglio Federale in caso di penuria di energia, a partire da quelle che chiedono il fermo dei veicoli elettrici se mancasse elettricità.

"Chi è passato alla mobilità elettrica per dar retta alla compagna Simonetta “Penuria” Sommaruga (PS) rischia di trovarsi appiedato per ordine della Simonetta medesima. Mentre le auto a benzina potranno continuare a circolare", scrive sulle colonne del Mattino. "Prima la casta spinge i cittadini a comprare le vetture elettriche. Anche per risparmiare sulla benzina e quindi sui dazi e sovraddazi che ne fanno esplodere artificialmente il prezzo. E solo in seguito si accorge che: Non c’è l’elettricità per caricarle", puntualizza.

Non sarebbe l'unico problema per gli automobilisti, a suo dire: "Tra i Diktat per il risparmio energetico figura anche la limitazione a 100 km/h in autostrada. Non solo per le auto elettriche ma anche per quelle a benzina. Ma se a mancare sono la corrente e il gas, cosa c’entra la benzina? Spiegazione ufficiale: il carburante potrebbe servire ad alimentare generatori d’emergenza". A suo dire, in realtà, é tutta una questione di multe: "1) multare le automobili in modo selettivo a seconda del vettore energetico diventa complicato e 2) non fosse stato fatto, i veicoli elettrici sarebbero stati oggetto di penalizzazione doppia: limite di velocità “ad hoc” e, nella peggiore delle ipotesi, obbligo di restare in garage".

Quadri si chiede che cosa accadrebbe ai treni, in caso di penuria. E poi passa alla questione riscaldamento. "Prima quelli pubblici e gli alberghi, dove lo Stato potrà prescrivere di regolare il termostato ad al massimo 19, rispettivamente 20 gradi. Tuttavia la limitazione varrà però solo per chi scalda con le magnificate termopompe, dal momento che consumano elettricità (e mica poca). Non per i vituperati riscaldamenti a nafta. Quelli che la partitocrazia vorrebbe proibire. Ma come, allora era meglio restare sul gasolio? In uno step successivo, verranno limitate anche le temperature nelle abitazioni private. 18 gradi al massimo. Qui stranamente scompare la distinzione tra termopompe e impianti a nafta. Come mai? E’ chiaro che si tratta di politichetta. La casta pretende l’elettrificazione ad oltranza di mobilità e riscaldamento quando l’elettricità non basta. Il cittadino si adegua, e poi… finisce nella palta causa “penuria”.

Infine si chiede come si verificherà che le misure vengano rispettate, dato che non sono previsti controlli sistematici (ma nulla si dice di quelli a campione) e teme si arrivi alla delazione tra vicini di casa. 

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