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24.07.22 - 09:320
Aggiornamento: 28.07.22 - 09:36

Rifugiati ucraini e permessi S, troppi abusi. Gobbi scrive a Keller Sutter

Il ministro spiega che il Cantone introdurrà un sistema di controllo che obbligherà i titolari dei permessi a presentarsi alle autorità per attestare la loro presenza in Ticino

BELLINZONA – Il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi affronta il tema dei possibili abusi legati ai permessi “S” concessi ai rifugiati ucraini. Lo fa in un’intervista apparsa oggi sul Mattino della domenica e spiega di aver posto il tema in una lettera inviata alla consigliera federale Karin Keller Sutter.

“Sin dal primo giorno abbiamo effettuato dei controlli e riscontrato casi di cittadini ucraini che avevano chiesto il Permesso S benché non si trovassero in Ucraina allo scoppio del conflitto armato. Tra questi vi erano diverse persone sì di nazionalità ucraina, ma residenti da tempo in Italia con un regolare permesso di soggiorno, i quali hanno richiesto il Permesso S unicamente per avere un accesso facilitato al nostro mercato del lavoro. Un abuso che non può essere tollerato: sia nei confronti di chi ha realmente diritto ad un Permesso S e bisogno di assistenza, sia nei confronti della popolazione residente in Ticino che fatica a trovare un impiego!”. 

Secondo il ministro, la situazione è “oltremodo sospetta. Se consideriamo che su oltre 1'400 cittadini ucraini titolari di Permesso S potenzialmente in età lavorativa presenti in Ticino sono solo poco più di 70 quelli ufficialmente attivi professionalmente, ecco che sorge qualche perplessità. Anche questo è stato segnalato alla Consigliera federale”.

Gobbi aggiunge che diversi cittadini ucraini presenti in Ticino non si registrano per non essere “controllati” dalle autorità o per evitare di essere assegnati ad un altro Cantone, ma così facendo i loro bambini non vengono scolarizzati. E che alcune persone diventano irrintracciabili dopo aver chiesto il Permesso S, “il che pone alcune domande sulla reale necessità – per queste persone – dello statuto di protezione”. Il ministro spiega infine che il Cantone introdurrà un sistema di controllo che obbligherà i titolari dei permessi S a presentarsi alle autorità per attestare la loro presenza in Ticino: “Nel caso in cui qualcuno non si renda più reperibile in maniera definitiva non avrà più diritto agli aiuti economici”.

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