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05.04.21 - 11:050
Aggiornamento: 08.04.21 - 14:33

L'MPS a Borradori: "Noi, minacciati da energumeni vicini al Lugano. Colpa anche del silenzio del Municipio e dell'atteggiamento della Polizia"

Dopo la denuncia social, il Movimento per il Socialismo si rivolge al sindaco con una lettera aperta. L'FC Lugano domani farà partire la querela: "Dire che sono pagati da noi è diffamazione"

LUGANO - Dopo la "denuncia" attraverso i social, l'MPS si rivolge a Marco Borradori. Il Movimento per il Socialismo sta raccogliendo le firme per il discusso referendum (annunciato ancora prima che il Consiglio Comunale votasse il via libera) per contestare la realizzazione del PSE e ha scritto di essere stato 'minacciato' da persone vicine al Lugano. La società bianconera ovviamente avrà un enorme beneficio del PSE, perché senza un nuovo Cornaredo non potrebbe rimanere in Super League (non riceverebbe la licenza).

Il movimento di Pronzini aveva parlato senza mezzi termini di "persone conosciute per il loro atteggiamento violento, che dialogano regolarmente con il club di Renzetti, in particolare con l'addetto stampa dello stesso". E ora scrive al sindaco.

"Egregio signor sindaco,

come lei saprà alcuni energumeni, appartenenti agli ultras del FC Lugano (qualificatisi come tali e “amici di Renzetti”), hanno disturbato e tentato di impedire la raccolta di firme da parte di alcune militanti dell’MPS sabato pomeriggio in via Pessina: bancarella autorizzata dal suo Municipio. Le hanno inoltre gravemente insultate e minacciate (“avreste già dovuto finire nel lago”). Tutte attestazioni che, se necessario, potranno essere dimostrate.

Mai in passato (e abbiamo fatto tante bancarelle in molti centri del Cantone) ci era capitato di avere a che fare con personaggi del genere pronti ad impedire la raccolta di firme per un referendum o un’iniziativa. Certo, possono esserci persone che passano davanti dalla bancarella, dicono di non voler firmare, fanno qualche commento (anche sgradevole); ma poi se ne vanno e non si sognano nemmeno per un attimo di impedire o disturbare una pratica democratica. Lugano, dobbiamo constatarlo, ci offre ora questa triste primizia.

Quanto successo oggi è il risultato di un clima di intimidazione condotto dal FC Lugano e dai suoi tifosi più scalmanati. Esistono ampie prove (mail di vario genere e chat) che mostrano come vi sia una vicinanza tra questi ambienti e il FC Lugano, con il responsabile della comunicazione del club che a più riprese “dialoga” con loro.

D’altronde il fatto stesso che il FC Lugano non si sia sentito in dovere, dopo questo episodio, di distanziarsi da simili atteggiamenti e si sia preoccupato di comunicare a destra e manca che “denuncerà” l’MPS per averlo collegato a questi energumeni (che tale collegamento hanno apertamente rivendicato), la dice lunga su come simili atteggiamenti siano ormai tollerati in ambito sportivo.

Anche il silenzio delle autorità, in particolare suo e del Municipio, sugli incivili attacchi (all’MPS e ad altri) delle ultime settimane, ha sicuramente favorito il formarsi di questo clima e ha, indirettamente, incoraggiato simili gesti e atteggiamenti.

Sabato, dopo che questi energumeni si sono piazzati davanti alla nostra bancarella disturbando ed impedendo la raccolta delle firme, abbiamo chiesto l’intervento della polizia comunale. La quale, appena giunta, si è guardata bene dall’invitare i due ad andarsene, chiamandoli “ragazzi”. Anzi, alla loro presenza, ha invece cominciato ad ammannirci una lezione di tolleranza: sarebbe spettato a noi non reagire agli insulti, alle minacce, ai tentativi di impedire la raccolta delle firme; perché una nostra reazione sarebbe stata considerata una provocazione. Il mondo all’incontrario!

Un atteggiamento grave da parte delle “forze dell’ordine” che denota o una certa accondiscendenza nei confronti dei “ragazzi” e della loro azione illegale oppure una crassa ignoranza del Codice penale svizzero (art. 279 e 280). In entrambi casi, un atteggiamento grave.

Tutto questo, sia il comportamento degli energumeni sia l’atteggiamento benevolo nei loro confronti dei due agenti della polizia comunale, è documentabile e lo faremo in sede opportuna. Alleghiamo, a titolo puramente esemplificativo, una foto dei due: mostrata ad uno degli agenti intervenuti sul posto, costui ha candidamente affermato che non trovava nulla di provocatorio nell’atteggiamento dei due energumeni…

Quello che sta accadendo a Lugano non riguarda solo una discussione politica su un progetto controverso; in ballo vi è molto di più, la difesa dei diritti democratici e del loro esercizio.

Il Municipio di una città è responsabile in primis di garantire l’esercizio dei diritti democratici, prendendo tutte le misure necessarie. Ci pare che, finora, il Municipio che lei guida non lo abbia fatto. L’atteggiamento della polizia che abbiamo descritto è altamente significativo e testimonia di un clima democratico malato, che non rappresenta certo un bel biglietto da visita per una città che si vuole “accogliente”.

Confidiamo quindi in un intervento suo e di tutto il Municipio affinché tali episodi non si ripetano, prendendo tutte le misure necessarie e istruendo in modo adeguato coloro che tali misure dovranno applicare".

 

 

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