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Politica e Potere
03.10.20 - 09:000
Aggiornamento: 10:34

Dopo l'sms di Ermani, tutti vogliono chiarezza. "Che la Commissione giustizia e diritti chiarisca cosa sta succedendo"

Da destra a sinistra, tutti concordi. Durisch: "Se si ritiene sia il caso si senta anche Ermani". Bignasca: "Potremo fidarci del giudizio sui procuratori?". Galeazzi: "La pressione a Pagani scandalosa, nociva per le Istituzioni e imbarazzante"

BELLINZONA – È tempesta in Magistratura. Dopo le bocciature dei cinque procuratori pubblici e il no che hanno ricevuto alla richiesta di accedere agli atti, a scuotere gli animi c’è il messaggio WhatsApp del giudice Ermani al procuratore generale Andrea Pagani in merito a una sua stretta collaboratrice, candidata al ruolo di procuratrice pubblica.

 “La X pare sia andata bene. Se lascia il Tribunale penale, trattamela bene. Se no ricomincio a parlare male di voi”, avrebbe scritto il giudice, intendendo, pare, le sfuriate durante i processi. Ma il messaggio ha qualcosa a che fare con la bocciatura dei cinque procuratori pubblici in carica? L’sms risalirebbe a un mese e mezzo fa, in periodo di valutazione dei candidati (20 magistrati ricandidati e 7 candidati esterni, tra cui la segretaria giudiziaria di Ermani).

La politica, ovviamente, non poteva restare indifferente. Fiorenzo Dadò, deputato e presidente del PPD, si chiede: “Ma cosa capita davvero in quegli uffici? Dopo questa ennesima notizia, tutta ancora da appurare, ma se confermata è eufemisticamente grave, per il bene di questo Cantone, è indispensabile ( anche qui) fare al più presto la massima chiarezza!”. L’anche è rivolto alla polemica della scorsa settimana, legata al no del Gran Consiglio alla CPI.

Perplesso e preoccupato anche Boris Bignasca della Lega. “Vi sembra normale che un giudice mandi SMS al Procuratore generale con frasi del tipo "Se lascia il Tribunale penale trattamela bene. Se no ricomincio a parlare male di voi". Siamo alla repubblica delle banane? Questo è il livello di tutta la magistratura o solo di certi personaggi che vogliono controllare le nomine a loro piacimento? Il Gran Consiglio deve accettare questo tipo di atteggiamento? Possiamo ancora fidarci dei giudizi sui procuratori? Oppure alcuni di questi giudizi sono stati fatti per lasciar spazio a qualche prediletta (es. miss "trattamela bene")? Sono domande che dobbiamo porci, visto che dovremo rinominare i PP...”, si domanda. Il suo collega di partito Lorenzo Quadri ha chiesto l’elezione popolare dei giudici, parlando del sistema attualmente in vigore come di un “mercato delle vacche”.

Vuole chiarezza pure il democentrista Tiziano Galeazzi. “Se cosi fosse, bisognerà saperne di più, specie nella commissione parlamentare preposta. In ogni modo rispecchia purtroppo le pratiche di favoritismo tipiche ticinesi. Se confermata questa "pressione al PG Pagani" risulterebbe, oltre che scandalosa, anche nociva alle Istituzioni, oltre che imbarazzante nei confronti dei cittadini ticinesi...Andrà fatta chiarezza!”.

Va giù durissimo il Movimento per il Socialismo, che parla di “un sistema giudiziario ticinese arrivato al capolinea”, che chiede che “i membri del Consiglio della magistratura rimettano il loro mandato, e che il Gran Consiglio inizi subito una discussione per una riforma della magistratura fondata su principi di autogoverno e su criteri di nomina di giudici e magistrati che permettano di superare le attuali interferenze partitiche”. I partiti infatti secondo l’MPS hanno una responsabilità in quanto successo.

Ivo Durisch, capogruppo PS in Gran Consiglio, vuole chiarezza e afferma che, se la Commissione giustizia e diritti lo riterrà opportuno, dovrà essere sentito anche Ermani (che è di area socialista).

Sul fronte liberale, Alessandra Gianella è convinta che tutta la vicenda stia dando una brutta immagine della giustizia, “e pone degli interrogativi. E non giova all’immagine delle istituzioni verso i cittadini. Nel merito, se ci sono cose su cui va fatta chiarezza tocca alla Commissione decidere come agire”.

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