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Politica e Potere
09.08.20 - 16:100

L'UDC al Governo: "Scordatevi di alzare le imposte. Il coronavirus non deve essere un alibi"

"La crisi causata dalla pandemia non deve essere un alibi per spendere di più e male e per alzare le imposte"

BELLINZONA – “La crisi causata dal coronavirus non deve essere un alibi per spendere di più e male e per alzare le imposte”. Lo ribadisce l’UDC tramite una presa di posizione in risposta alle prime proposte o idee per fronteggiare l’equilibrio delle finanze dello Stato.

Tramite un elenco di cinque punti, l’UDC ricorda che – a suo avviso – “la selezione economica del mercato non deve essere interrotta con misure anestetiche, di accanimento terapeutico e addirittura contro produttive al rilancio. Evitiamo di tenere in vita attività decotte e ditte stracotte. La rete sociale svizzera sui 3 livelli istituzionali, va usata correttamente e difesa da stravolgimenti e invenzioni ridondanti o diversive. Idee quale il reddito di residenza o affini sarebbero anche in forme minori deleteri per preservare un sano humus sociale fatto di diritti e doveri, responsabilità e libertà”.

E ancora: “Gli aiuti finanziari/sussidi/investimenti devono essere devoluti alla trasformazione strutturale e non sprecati per motivi congiunturali o di distribuzione a pioggia. L’equilibrio finanziario va tenuto sotto controllo, i debiti di oggi sono le imposte di domani (peso sulla prossima generazione e peso sulle aziende). I progetti e le iniziative vanno promossi ma selezionati, quelli giusti, corretti, utili e necessari per rilanciare il Ticino; non quelli perché c’è il Coronavirus”.

“Certamente – si legge – per colpa della pandemia si spenderà più del previsto, ma c’è modo e modo di spendere, e soprattutto ci vuole la determinazione e il coraggio anche di non spendere sebbene la pressione di singoli, associazioni e partiti potrebbe essere alta. Nell’intervista al direttore del DFE traspare, oltre alla legittima preoccupazione per lo stato delle finanze, un certo possibilismo anche all’aumento delle imposte, su spinta della sinistra. Tra le righe si intuisce la solita via che il Governo potrebbe imboccare, quella dell’inefficiente ed inefficace “simmetria dei sacrifici”: cioè non facciamo sgravi di imposte o riduzione di tasse e spendiamo un po’ meno Se questa è la linea di negoziazione tra i partiti per l’equilibrio, diciamo da subito che faremo opposizione dura, senza escludere anche gli strumenti della democrazia diretta”.

“Il problema è urgente. Perciò proponiamo (ribadendo):

1. Sconto fiscale del 15% sulle imposte comunali e cantonali sull’utile

2. Sconto fiscale del 30% per gli indipendenti

3. Sconto fiscale del 20% per il ceto medio

4. Bonus per nuove assunzioni di residenti

Per queste ragioni sottoliniamo che i mezzi a dispsizione dello Stato sono sufficienti per coprire le spese, a patto che finalmente si fissino delle priorità e si inizi una vera riforma della spesa pubblica in modo strutturale e non solo per il pareggio momentaneo e aleatorio dei conti, come fatto da troppo tempo a questa parte. E come si rischia di fare di nuovo, ora, solo aumentando il carico fiscale e le tasse causali, dimenticando il taglio o la riduzione delle spese obsolete, inefficaci e inefficienti”.

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