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Cronaca
24.05.22 - 10:120

“Noi, Falcone e la mafia”

A trent'anni dalla strage di Capaci, questa sera a Matrioska facciamo il punto sulla presenza mafiosa in Ticino e in Svizzera. Ecco gli ospiti

MELIDE - Sono passati trent’anni dalla strage di Capaci, costata la vita a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini  della scorta. La strage di Capaci, e 57 giorni dopo quella di via d'Amelio, segnò profondamente anche il nostro Cantone. Falcone negli anni aveva infatti costruito un legame intenso e privilegiato con il Ticino e con i suoi colleghi della Procura cantonale. Il magistrato siciliano veniva spesso in visita a Lugano, poiché in Sicilia c’erano i mafiosi, ma i loro soldi era qui. Da questa collaborazione nacquero inchieste memorabili e per anni l’asse tra Palermo e Lugano, e tra Giovanni Falcone e Carla del Ponte in particolare, fu caldissimo e decisivo nel contrasto a Cosa Nostra.

Trent’anni dopo molte cose sono cambiate. La mafia siciliana non è più l’organizzazione criminale dominante né in Italia né all’estero. Oggi a comandare è l’ndrangheta calabrese. Una presenza la cui ramificazione sul territorio elvetico è difficile da misurare. Alcuni giorni fa il neo procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler è sceso in Ticino e ha utilizzato parole forti e chiare: “Che la mafia, nelle diverse forme, sia presente anche in Svizzera è fuori discussione. Ora però non basta più constatare l’esistenza del fenomeno, non basta più analizzare determinate situazioni. Bisogna anche lottare. Possiamo e dobbiamo fare di più nel contrastare la mafia”. L’avvocato Renzo Galfetti, in una conferenza pubblica insieme a Carla Del Ponte, ha invece fornito una visione differente, affermando che in Svizzera il fenomeno mafioso non è endemico e la dimostrazione sarebbe nei pochi processi celebrati nel nostro Paese. 

C’è da dire che rispetto all’epoca di Falcone, non è più la Procura ticinese a condurre le inchieste: la competenza è infatti del Ministero pubblico della Confederazione. Negli anni questo cambiamento ha suscitato più di una perplessità, rispetto all’efficacia dell’azione penale nel contrasto alla criminalità organizzata. Sono in molti infatti a ritenere che se le indagini fossero svolte come un tempo da chi ha le antenne e le scarpe sul territorio, sarebbero molto più efficaci. Ma c’è anche chi, come l’ex magistrato Jacques Ducry, che collaborò con Falcone, ritiene che il Ministero pubblico ticinese potrebbe comunque fare di più. 

Tra le altre criticità che vengono sollevate, vi è anche la presunta mancanza di strumenti investigativi più performanti, così come un codice penale eccessivamente garantista e che prevede pene troppo leggere per gli appartenenti alle cosche. È davvero così?

“Noi, Falcone e la mafia” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera su TeleTicino a partire dalle 19.30. Ospiti di Marco Bazzi saranno l’ex magistrato Jacques Ducry, l’ex procuratore federale Pierluigi Pasi, il Consigliere Nazionale PPD Marco Romano, l’avvocato Renzo Galfetti, il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e il vicedirettore della Regione Andrea Manna. 

Appuntamento per questa sera alle 19.30 su TeleTicino.  

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