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Cronaca
01.04.21 - 11:040

Importava cibo da valichi incustoditi: fermato contrabbando di 30 tonnellate

Fermato un 48enne italiano che importava merce dall'Italia alla Svizzera passando da valichi incustoditi, avvalendosi a volte anche di staffette

CONFINE – L’Amministrazione federale delle dogane (AFD) ha portato a termine un’inchiesta inerente il contrabbando di oltre 30 tonnellate di derrate alimentari, per la maggior parte salumi e formaggi, importate dall’Italia in Svizzera senza essere sdoganate. Il passaggio del confine avveniva attraverso valichi incustoditi, a volte facilitato dall’aiuto di com-
plici. Veniva poi rivenduta a destinatari con sede in tutta la Svizzera. L’AFD ha richiesto tributi doganali per oltre 300 mila franchi.

Gli inquirenti dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) hanno chiuso un’inchiesta inerente un contrabbando di 31,5 tonnellate di derrate alimentari. Il principale incolpato è un 48enne italiano che importava la merce dall’Italia alla Svizzera passando da valichi incustoditi, avvalendosi a volte anche di staffette – tra le quali è risultata anche la moglie - che lo facilitavano nella commissione dei reati.

Il traffico, venuto a galla anche grazie alla collaborazione con autorità doganali italiane che hanno fornito assistenza amministrativa, si è perpetrato per almeno un anno, da gennaio 2016 a gennaio 2017 quando l’uomo è incappato in un controllo nelle retrovie dei collaboratori dell’AFD a Ligornetto, In quell’occasione nel vano di carico del furgone sul quale viaggiava insieme alla moglie erano stati trovati poco più di 500 chili di salumi e formaggi i quali non erano stati dichiarati. Gli inquirenti dell’AFD sono riusciti a ricostruire i dettagli del contrabbando: l’uomo, dopo aver raccolto le comande presso i suoi clienti, acquistava la merce in Italia e la consegnava a questi ultimi (in genere ristoranti, bar e rivenditori di derrate alimentari) con sede in tutta la Svizzera, una novantina tra il Ticino, la Svizzera romanda e quella tedesca.

L’omessa dichiarazione costituisce un’infrazione alla Legge sulle dogane (LD) e alla Legge federale concernente l’imposta sul valore aggiunto (LIVA). L’AFD ha dunque chiesto, al principale incolpato e ai destinatari svizzeri della merce poco più di 316 mila franchi svizzeri di tributi. A carico dell’incolpato e dei suoi complici sono stati allestiti i rispettivi atti d’accusa sulla base dei quali verranno comminate delle congrue pene.

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