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Cronaca
21.03.21 - 15:190

Era una riunione organizzata. Il sindaco: "Aperto al dialogo"

Per Borradori chiudere la Foce non sarebbe la soluzione per evitare scene come quelle di ieri sera. La Polizia afferma che fosse un assembramento premeditato, con giovani giunti da fuori Lugano

LUGANO - Attraverso un'intervista al sindaco di Lugano Marco Borradori da parte del Corriere del Ticino emergono nuovi dettagli sulla scandalosa serata di un gruppo numeroso di giovani ieri alla Foce.

A quanto pare, l'assembramento era organizzato, così ha detto la Polizia. Addirittura qualcuno sarebbe arrivato da fuori Lugano, in treno. Già alla stazione si vedevano gruppi di giovani.

Importantissimo il numero di persone che si sono riunite: 800! E senza mascherina, tanto meno distanziamento sociale. "Se abbiamo deciso di chiarire l’uso della mascherina all’aperto non è per multare i cittadini o i turisti", spiega il sindaco.

Che si dice pronto al dialogo con i giovani, così come è sempre stato aperto coi molinari, altro tema caldo a Lugano. 

Ma a suo avviso, quanto successo va ben oltre il malessere per le restrizioni e per il Covid. 

Adesso si chiuderà la Foce?  "Ma il problema non sparirà, perché queste persone si sposteranno alla Pensilina, sul Lungolago, alla Rivetta Tell. È un po’ come l’acqua, non puoi fermarla. Dietro agli atteggiamenti, sbagliati, degli ottocento ammassatisi ieri alla Foce c’è un malessere, appunto, che interroga e deve interrogare tutti noi".

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