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Cronaca
13.08.19 - 12:230

Artioli e Forum Alternativo si pizzicano a vicenda: "Invieremo i curriculum. Vedremo se assumerà i disoccupati"

Il movimento guidato da Franco Cavalli risponde alle provocazioni dell'imprenditore: "Non devono essere i ticinesi a svegliarsi, ma gli imprenditori che hanno trasformato il Cantone in una zona franca"

TICINO – "Le considerazioni dell’imprenditore Stefano Artioli riprese ieri da alcuni portali locali (vedi articoli suggeriti) sono arroganti, irrispettose della sofferenza che vivono oggi molti salariati e disoccupati, e traducono una visione ottocentesca della realtà". Inizia così il comunicato di Forum Alternativo in merito alle tanto discusse dichiarazioni dell'imprenditore ticinese.

Il movimento guidato da Franco Cavalli "non esprime nessun populismo elettorale e tantomeno fa dello sciacallaggio. Ci limitiamo a fare una scelta di campo. Noi stiamo dalla parte dei lavoratori, dei disoccupati e di tutti coloro che soffrono e che oggi fanno fatica ad arrivare alla fine del mese per colpa delle politiche liberiste sostenute dal padronato e che in questi ultimi 30 anni hanno destrutturato il mercato del lavoro e prodotto emarginazione e precarietà".

E ancora: "Innanzitutto, affermare che la disoccupazione oggi sia ai minimi storici non solo è falso, ma evidenzia un’incapacità di leggere realtà e dati statistici. I disoccupati secondo i criteri ILO sono oggi ben oltre 14'000 (dato del I trimestre 2019), e se a questi aggiungiamo i 17'000 sottoccupati oggi in Ticino abbiamo 30'000 persone che sono state espulse dal mercato del lavoro e/o che vorrebbero lavorare di più di quanto sia loro permesso di fare. Un dato che ben evidenzia quanto sia acuta la crisi sociale che attraversa il nostro Cantone".

"In Ticino – continua la nota – abbiamo i salari più bassi della Svizzera, conosciamo il maggior numero di abusi nel mercato del lavoro, abbiamo il più alto tasso di sottoccupazione, il tasso di povertà supera il 15% ed il rischio di povertà addirittura il 31%, record negativo a livello nazionale. Per non parlare dell’esplosione del lavoro interinale, e del fatto che i 30’0000 posti di lavoro creati in questi ultimi anni non sono stati in grado di assorbire coloro che sono alla ricerca di impiego. Una crescita avvenuta speculando sui salari da fame e sul dumping favorita da un numero crescente di imprenditori avidi e da una classe politica che non vuole modificare le condizioni quadro che reggono oggi il nostro mercato del lavoro. Altro che demagogia e sciacallaggio. Questa è la realtà, una realtà dalla quale già oggi molti cercano di fuggire: i nostri giovani verso nord, alla ricerca di un impego e di un futuro che qui è negato, e molte famiglie verso sud, perché con i salari da fame che vengono versati in Ticino non ce la si fa più a far fronte ai costi della vita".

Le affermazioni di Artioli "traducono una visione ottocentesca della società che noi contrastiamo a muso duro perché sono queste visioni ad aver favorito l’esplosione delle diseguaglianze e la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. E che ci hanno riportato ad un contesto, appunto, ottocentesco. Non devono essere i Ticinesi a svegliarsi, come suggerisce Stefano Artioli: si devono svegliare la classe politica e quegli imprenditori che hanno trasformato il Ticino in una sorta di zona franca dove vigono condizioni di vita e di lavoro sconosciute in tutte le altre regioni del Paese".

Secondo il Forum Alternativo, Artioli afferma "provocatoriamente di essere disposto ad assumere 4'000 disoccupati ticinesi, e noi rispondiamo altrettanto provocatoriamente invitandovi a trasmettere alla segreteria del ForumAlternativo i vostri curriculum vitae. Sarà nostra premura inviarli a Stefano Artioli, così potremo verificare le effettive assunzioni da lui garantite. È davvero ora di cambiare".

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