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Cronaca
02.07.13 - 07:460
Aggiornamento: 19.08.19 - 17:34

Gli omicidi dei bambini di Atlanta: Wayne Williams, il serial killer tradito dalle "fibre"

Una storia che inizia il 28 luglio del 1979, quando la polizia scopre i cadaveri di due ragazzini di colore. Hanno entrambi 14 anni. E nei mesi successivi altri 12 adolescenti vengono massacrati...

di Massimo Picozzi

C’è una parte delle scienze forensi, le discipline di cui sono esperti gli uomini di CSI, che si occupa di riconoscere le fibre trovate sulla scena di un delitto; a cominciare dalla loro origine, che può essere animale come la lana, vegetale come il cotone, sintetica come il nylon e il poliestere, oppure minerale come la lana di vetro. Le fibre possono finire sugli abiti di una persona provenendo da un tappeto, dalla moquette, dalle coperte, oppure dal contatto con i vestiti di un altro soggetto. Servono tanta pazienza e poi microscopi, cromatografi e microspettrofotometri, ma il risultato delle analisi può essere determinante.

Come è successo ad Atlanta, in Georgia, una storia che inizia il 28 luglio del 1979, quando la polizia scopre i cadaveri di due ragazzini di colore. Hanno entrambi 14 anni, e mentre a Edward hanno sparato con una calibro .22, Alfred sembra sia stato strangolato. 
Sembra, perchè non è che del suo corpo sia rimasto molto.

In ogni caso, la storia viene presto liquidata come una faccenda legata al mondo della droga; e quel che è peggio, a nessuno viene in mente di collegare la sequenza di omicidi che insanguina la città nei mesi successivi.

Bisogna arrivare a dodici adolescenti massacrati prima che le madri di alcune vittime contattino il reverendo Earl Carroll per formare il “Committee to Stop the Children’s Murders”, il Comitato per fermare gli omicidi dei bambini, che più comunemente verrà chiamato “Stop”. Le madri dello Stop si danno da fare e premono sul sindaco di Atlanta, il nero Maynard Jackson, e sul Dipartimento di Polizia, che costituisce uno speciale gruppo investigativo.

Adesso sono tutti preoccupati per gli “Atlanta Child Murders”, gli Omicidi dei bambini di Atlanta, compresa l’FBI.
Le scomparse dei bambini, comunque, non si fermano.

Clifford Jones, tredici anni; Darron Glass, dieci anni; Charles Stephens, dodici anni; Patrick Rogers, detto Pat Man, sedici anni; Lubie Geter, quattordici anni;  Terry Pue, quindici anni; Patrick Baltazar, dodici anni; Curtis Walker, tredici anni; Joseph Bell, detto Jo-Jo, quindici anni; Timothy Hill, tredici anni; William Barrett, detto Billy Star, diciassette anni. Sparisce anche un adulto, un ragazzo di ventidue anni, Eddie Duncan, detto Bubba; ma anche se è grande, Bubba è un ritardato mentale e si comporta come un bambino. Ed è un bambino anche Larry Rogers, nonostante i suoi vent’anni.

Ma le indagini della polizia e dell’F.B.I. continuano a non portare a nulla, almeno fino al 22 maggio 1981. 
Quel giorno ci sono due agenti di servizio al ponte Black Bridge, quando vedono avvicinarsi una Chevrolet station vagon bianca; mentre la macchina attraversa lentamente il ponte, si sente chiaro il rumore di un tonfo nell’acqua.

Al volante della Chevrolet c’è un uomo di colore, un tipo magro, con gli occhiali e una gran testa di capelli ricci, stile “afro”. Ha ventitre anni e fa il fotografo free-lance.  Si chiama Wayne Bertram Williams e dice che sta andando a trovare un cliente che si chiama Cheryl Johnson; dà agli agenti l’indirizzo e il numero di telefono, solo che il telefono non risponde e l’indirizzo non esiste. Allora gli perquisicono la macchina, ma non trovano niente di strano, e danno pure un’occhiata sotto al ponte, ma anche lì non c’è nulla di sospetto. 
Trattengono Wayne ancora per un’ora ma alla fine lo lasciano andare, con l’intenzione di interrogarlo ancora.

Il 24 maggio, due giorni dopo che gli agenti hanno sentito lo “spash” dal ponte, il fiume restituisce il corpo di Nathaniel Cater, 27 anni, sparito una decina di giorni prima. 
Wayne viene arrestato e accusato dell’omicidio di Nathaniel Cater. Non ha un alibi, viene sottoposto per tre volte alla macchina della verità, e tutte  e tre le volte la macchina dice che mente.

Il processo a suo carico inizia il 28 dicembre 1981, di fronte ad una giuria di nove donne e tre uomini.
Contro Wayne ci sono molti testimoni che dicono di averlo visto con alcuni dei ragazzi scomparsi, e alcune macchie di sangue trovate nella sua macchina sono compatibili con i profili di due vittime.
Ma, soprattutto, ci sono le analisi dei laboratori dell’F.B.I.

Sui corpi delle vittime gli specialisti hanno trovato numerose fibre, provenienti da stuoie, coperte o tappeti, e anche alcuni peli di cane. Occorre stabilire un confronto, identificare la fonte, e allora gli uomini del Federal Bureau vanno a casa di Wayne e sequestrano tutto quello che può essere comparato con quelle fibre, mandano tutto al laboratorio e lo esaminano. 
I risultati sono entusiasmanti.

Molte delle fibre trovate sui ragazzi assassinati sono compatibili con i campioni prelevati, soprattutto con i tappeti di casa di Wayne e con il tappetino della sua macchina. In tutto ventotto tipi di fibre, provenienti dalla casa, dalla camera da letto e dalla macchina, tutti piuttosto rari e facilmente identificabili. E in aggiunta, i peli sono del tutto simili a quelli del cane di Wayne.

Per la procura, Williams ha ucciso perchè è un bigotto omofobico, un omosessuale irrisolto, che odiava i giovani neri delle classi basse e voleva punirli per il loro comportamento immorale. 
Il 27 febbraio 1982, Wayne Bertram Williams viene riconosciuto colpevole, oltre ogni ragionevole dubbio, per l’omicidio di due ragazzi, e per questo condannato a due ergastoli. 
Ma per la squadra speciale della polizia di Atlanta e per l’FBI, il killer ha ucciso almeno ventitrè volte.

 

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